Un incontro con gli spiriti

Ci sono luoghi in cui le voci sussurrano tra le pareti, tra gli spazi del pavimento…
Mentre cammini puoi percepire che tutto è intrappolato tra ciò che era, tra quello che è, e quello che sarà.

Attorno a me oracoli che bisbigliano tra calce e intonaco, odore di polvere lasciata dai fantasmi che vagavano silenziosamente e tristemente attraverso oscuri cortili.

Tutti i ricordi sono custoditi gelosamente nelle crepe…
Senti il tempo che scorre, mentre appoggi le mani sui muri,
ed è allora che comparvero le sagome di quei bambini che un tempo giocavano allegramente.

Le loro risate risuonavano e sembravano echi, andavano in tutte le direzioni, fino a coprirsi in una coltre di silenzio, tutti trasformati dalle ombre del loro passato, immobili.

Spettri diventati grandi e poi piccoli che scomparivano e volavano via oltre gli alberi, sono tornati li e non sono più andati via.

In fondo al corridoio una spirito di donna apparve e in tutta la casa si diffuse un odore di sale.
Il sale era nelle sue mani con i pugni chiusi, mormorava e indicava con i polsi di aver lasciato sul tavolo un oggetto.
Malediceva e distruggeva, portandosi le mani nei capelli grigi, cascate argentee si espansero come gocce che brillano nella notte al chiaro di luna.
Sospirò profondamente e poi scomparve tra i frammenti della stanza, portando via con se il suo profumo di sale.
Arrabbiata e triste, riapparve spazzando i corridoi dalla terra nera, il suono delle campane la fa ancora lacrimare, ed infine si dissolse come fumo negli spazi.

Di tanto in tanto un vecchio faceva la sua apparizione, camminava curvo, come se la colpa e il dolore gli trapassasse ancora il cuore, il suo sguardo spento e le vecchie rughe di un passato gli bruciavano l’anima…
Rifiutava di abbandonare questa dimensione, tutto percepibile nel suo passo stanco, nessun sussurro, niente parole, il suo silenzio proferiva solo i suoi segreti oscuri.

Sono spiriti che non accettano di condividere il proprio spazio con nessuno, vengono giudicati malvagi, ma in realtà continuano il loro percorso di vita pensando di esistere ancora nella nostra dimensione. E noi essere umani spaventati da quell’odore di morte, ci sentiamo spauriti.

Non vanno accusati, ma semplicemente accolti ed infine accompagnati, condotti oltre gli occhi, oltre i ricordi, se necessario bisognerà piangerli perché forse nessuno l’avrà mai fatto.
Con il passare del tempo le loro ferite si chiuderanno e torneranno a sorridere, si perché è la pace del sorriso che porta via il dolore.Mi chiedono stanchi di aiutarli, e decido di farlo, chiamo le mie tempeste e con i canti della vita oltre la morte, a poco a poco, si lasciano scivolare tra le mie mani:
Vi amo” – gli dico- “Siete reliquie della gioia ancestrale, ricordati per le vostre storie perdute, camminate leggeri dove sono sepolti i vostri amati, spirali vibranti di luce d’avorio in cumuli di memorie.
Siete logori in questa terra che non vi appartiene più, proprio come le foglie secche cadono nel terreno santo, germogliate nello stupore e nel timore reverenziale in altri mondi, dove vi farete strada e sognerete di non avere più notti fredde nell’anima.
Vi risveglierete di nuovo interi, in nessun ieri, annidati nel profondo di nuovi cuori che pulsano in quella eternità fatta di spirito.”

Sussurro l’ultima preghiera per coloro che ancora giacciono sotto, le parole si dilatano nella stanza e alleggeriscono l’energia che pian piano cede il passo alla dolcezza.

Sciolgo tutti i voti, patti e giuramenti, un nuovo sogno di una nuova incarnazione vi aspetta oltre, potete andare… potete andare, vi tengo tra le mie mani, non abbiate paura di andare l’oltre, siate liberi di proseguire il cammino della realtà astratta…

I miei palmi diventano ali, dentro la nebbia, soffio… e come rondini gli spiriti si allontanano.

“Ci sveglieremo e ci riuniremo nel regno delle creature di luce, in quel stato di grazia, interi, veri, autentici…

Fu allora che lasciarono la casa…
Quella brezza leggera che si palpava nell’aria, era la fine del dolore, la bellezza di chi si lascia fluire, abbandonando le emozioni depositate tra sofferenza e liberazione.

Quel vento fresco lieve di settembre sulle mie guance, in quella casa, adesso sapeva di gioia e pace… e quel vento ero anche io…

Con amore

Carla

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© Unsolocielo 2019-20. Tutti i diritti riservati

Carla Babudri ha inizialmente studiato le Astrologiche Classiche e in seguito approfondito la corrente umanistica/psicologica integrando gli studi legati al Karma.

Nel 2004 decide di studiare astrologia e ad approfondire  argomenti spirituali indirizzandosi verso il Culto della Dea creando l’Arche – astrologia  che la vede coinvolta in una ricerca di consapevolezza sempre più profonda, diventando cosi un counselor Astrologico, centrato sul mondo della Psicologia degli archetipi.

Nel 2008 completa gli studi di Astrologia Karmica con il Maestro Karun, maestro italo/indiano di astrologia Indiana, astrologia tibetana.

Nel 2009 incomincia la sua ricerca su Ofiuco e inizia il suo libro sul tredicesimo segno.

Nel 2010 diventa operatore di Theta Healing;

Nel 2010 intraprende i suoi studi nel mondo Tantrico/Taoistico, accedendo cosi ai sacri misteri del Sacro Femminile- Sacro Maschile

Nel 2017 crea e fonda il Tempio di Jada, una visione nuova sul sacro femminile e sacro maschile, tutto ripreso dagli studi e dalla esperienza con il mondo taoistico/tantrico.

Ha pubblicato due libri di poesie incentrate sul percorso di crescita individuale e la scoperta del sé.
Conduce gruppi di meditazioni e visualizzazioni guidate verso il potenziale Femminile e armonizzazione con i cicli naturali di Madre Terra, seguendo la corrente filosofica della “Cammino della Dea”.

Amante della fotografia. Ha scritto articoli per la rivista L’iniziazione e per diversi blog.

MAGGIORI INFO: www.storiadiunapoesia.it  –  www.iltempiodijada.it

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