Varchi tra le Dimensioni: Giugno, il Nettare della Terra Nascosta

Nel cuore incantato di giugno, sul far della sera i colori della natura si dispiegano con una magnificenza sorprendente. È in questo periodo propizio, sotto le diverse sfaccettature della Luna chiamata: “Luna del Miele, Luna delle Rose, Luna delle Fragole”, che le forme più sconosciute dell’esistenza si manifestano attraverso cerimonie di bellezza e congiunzione celestiale.

Bello immaginare, in un’antica radura, circondata da giganti arborei, figure di donne eteree, ammantate di vesti bianche sottili e trasparenti come il velo di un fantasma, danzano. I loro capelli liberi ondeggiano al ritmo dei loro corpi in un balletto di incantamenti, mentre i loro piedi sfiorano la terra carica di rugiada. Questi movimenti sono un’esplosione di gioia, e la loro danza, una messa sacra che rivive stagione dopo stagione, carica l’aria di un’energia primordiale e vitale.

Le mani, alzate in un estatico saluto al cielo, si intrecciano, componendo un misterioso simbolo di connessione e comunione. Tutti i gesti sono riflessi fluidi e lentamente cadenzati, reminiscenze delle ondate del mare più profondo. E ogni tocco conferisce benedizione, un rito idolatrato per rendere omaggio alla venerabile Luna piena di giugno, mentre il crepuscolo del solstizio avvolge il mondo.

La natura, generosa e vigile, prolunga le ore di luce, invitando a indugiare nelle sue meraviglie e nei suoi segreti. Il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, segna un passaggio sacro, un’apoteosi del Sole e della sua immensa influenza sulla terra. È una celebrazione dell’estate, dell’apice della luce, e del risveglio della terra, festeggiamenti immemorabili che risuonano attraverso i secoli in un coro di esultanza e riconoscenza.

Il fulcro dell’anno si dipana in spettacoli celesti di albe e tramonti che dipingono il cielo con pennellate ardenti di arancio, rosa e viola che solo giugno sa regalare come visioni che catturano l’essenza dell’effimero e del sublime. Ogni specie risponde al richiamo dell’estate con una rinnovata frenesia di vita: gli uccelli tessono con amorevole cura i loro nidi, le farfalle tracciano arabeschi tra i petali dei fiori, e la fauna selvatica si abbandona alla stagione del calore.

Con l’arrivo delle vacanze estive, l’invito a esplorare e rinnovarsi è irresistibile. Viaggi e avventure aspettano, promettendo nuove scoperte in luoghi inesplorati, momenti di quiete da custodire gelosamente nel cuore.

In questo periodo tradizioni e riti, emergono due celebrazioni cardine: Litha e la festa di San Giovanni. Litha, una glorificazione del Solstizio, è un inno alla luce trionfante del Sole, riconosciuto per il suo apporto vitale nella crescita e nella prosperità della natura. È un tempo di riconoscenza profonda per l’abbondanza della terra, un periodo in cui la bellezza della vita viene celebrata in ogni suo aspetto, avvolta nel mistero e nella maestà del cosmo.

La festa di San Giovanni, che cade il 24 giugno. Sebbene sia una festa cristiana, le sue vere radici si estendono profondamente nelle oscure terre del paganesimo, dove le celebrazioni del solstizio d’estate onoravano le forze cicliche della natura. Questo giorno segna un crocevia tra il vecchio che muore e il nuovo che emerge, un’epoca sospesa di transizione, quasi fuori dal tempo.

Nella notte di San Giovanni, si accendono imponenti falò, fiammeggiando come fari contro le oscure entità e le minacce invisibili. Questi fuochi, dalla luce crepitante e dagli odori resinosi, eretti per purificare l’atmosfera dall’oppressione delle energie malvagie e per invitare una nuova ondata di rinnovamento e prosperità, promettendo nuova vita.

Tra i bagliori delle fiamme danzanti, si mescolano la pratica di antichi riti e la benedizione delle erbe magiche. In questa sacra notte di San Giovanni, emerge in particolare l’Iperico, noto come “erba di San Giovanni”, un ingrediente venerato per le sue proprietà curative e protettive. Si narra che raccogliere l’Iperico in questa notte ne potenzi le già notevoli forze, trasformandolo in un potentissimo talismano contro le malattie e le ombre del male.

 

Calendula erba magica

In tempi non noti agli uomini odierni, si narrava di uno strano e mistico fiore che trae il suo nome dall’antico epiteto “oro di Maria”, un omaggio alla figura della Vergine Maria. Gli abitanti delle epoche velate dal tempo credevano che la Calendula fosse avvolta in un’aura solare, sacra a quelle enigmatiche divinità dell’astro diurno. Nei segreti un tempo sussurrati, si diceva che tali fiori fossero imbevuti di un grande potere, quello di custodire chi osava evocarne la protezione mediante antichi rituali.

Il piantare calendule ai confini di dimore consunte dal tempo era ritenuto un potente strumento contro le forze sinistre, un simbolo per respingere le energie maligne e convocare le entità benevole che vagano negli spazi tra i mondi. Vi erano altresì racconti, tramandati in voci sotto il manto di stelle indifferenti, che parlavano di calendule come chiavi per accedere a visioni e intuizioni. Si sosteneva che, posizionando questi fiori sotto il cuscino prima di abbandonarsi al dominio di Morfeo, si potessero scorgere frammenti di verità sepolte e sogni dal timbro profetico. Così, tra i meandri delle leggende e i sussurri del vento, la Calendula rimane avvolta in un’aura di mistero, una guida silente attraverso i confini di ciò che è visto e ciò che è occultato.

Anche nelle opere immortali, William Shakespeare, araldo delle passioni umane e delle tragiche verità, incanta con la sua menzione della calendula, una creatura del regno vegetale misteriosamente legata ai cicli eterni dell’astro solare. Nei versi dell’enigmatico dramma “La dodicesima notte”, il Bardo svela il comportamento quasi occulto di questo fiore. Come un sensitivo organismo celeste, la calendula obbedisce all’influsso dell’astro luminoso, aprendosi in un tripudio al suo sorgere e chiudendosi in meditativo silenzio con il suo tramonto.

Questa danza rituale, questo fluire tra apertura e chiusura, è intessuto da Shakespeare con suggestioni profonde, evocando temi di fedeltà e sensibilità agli invisibili soffi della natura. Così parlò Pericle, uno dei suoi pantomimi eroi: “La calendula che si chiude con l’imbrunire per riaprirsi alla luce”. Nella profondità di tale immagine, il Bardo tocca i misteri di una reattività tanto umana quanto universale, la risposta emotiva e corporea alle forze occulte che regolano il mondo.

Nel suo utilizzo, Shakespeare cattura un’essenza primordiale, un eco delle antiche verità celate nella natura, rivelando attraverso il mistero della calendula i segreti più profondi dell’esistenza e dell’animo umano.

Incantesimo del Solstizio d’Estate con Calendula

Ingredienti:

  • Petali di calendula freschi o secchi
  • Un piccolo specchio
  • Una candela gialla o dorata
  • Olio essenziale di lavanda
  • Una ciotola d’acqua

Procedura:

Trova un luogo tranquillo dove non sarai disturbata. Può essere all’aperto, idealmente in un posto dove i raggi del sole possano raggiungere il luogo dell’incantesimo. Pulisci lo spazio fisicamente ed energeticamente, con dell’incenso o smudge.

Accendi la candela gialla o dorata per invocare l’energia del sole. E pronuncia queste parole:

“Con la luce del sole, purifico e consacro questo luogo per la mia magia.”

Prendi i petali di calendula e, mentre li tieni tra le mani, visualizza la luce del sole che li permea con energia luminosa e calda. Mentre fai ciò, pronuncia queste parole:

“Petali di calendula, bagnati di luce, portate protezione, chiarezza e potere in questa notte magica.”

Posiziona lo specchio in modo che rifletta la luce della candela e la ciotola d’acqua. Aggiungi alcune gocce di olio essenziale di lavanda all’acqua per purificarla. Disponi i petali di calendula intorno al bordo dello specchio e nella ciotola d’acqua. Mentre lo fai, pronuncia queste parole: “Come lo specchio riflette la luce, così rifletta la bontà e la verità dentro di me.”

Concentrati sulle qualità che desideri attrarre nella tua vita, come la gioia, la chiarezza, o la protezione. Quando senti che l’incantesimo è carico, dichiara:

“Per la potenza del solstizio, per la virtù della calendula, questo incantesimo è sigillato! Così sia!”

Lascia che la candela bruci fino in fondo (se possibile e in sicurezza).

Raccogli i petali di calendula e seppelliscili nella terra, e lascia scivolare l’acqua nel terreno lentamente, come offerta.

Con Infinito Amore

Carla Babudri

Copyright 2024 CARLA BABUDRI

Per ricevere una consulenza di Saggio Astrologico scrivimi: carla@storiadiunapoesia.it

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Carla Babudri ha inizialmente studiato le Astrologiche Classiche e in seguito approfondito la corrente umanistica/psicologica integrando gli studi legati al Karma.

Nel 2004 decide di studiare astrologia e ad approfondire  argomenti spirituali indirizzandosi verso il Culto della Dea creando l’Arche – astrologia  che la vede coinvolta in una ricerca di consapevolezza sempre più profonda, diventando cosi un counselor Astrologico, centrato sul mondo della Psicologia degli archetipi.

Nel 2008 completa gli studi di Astrologia Karmica con il Maestro Karun, maestro italo/indiano di astrologia Indiana, astrologia tibetana.

Nel 2009 incomincia la sua ricerca su Ofiuco e inizia il suo libro sul tredicesimo segno.

Nel 2010 diventa operatore di Theta Healing;

Nel 2010 intraprende i suoi studi nel mondo Tantrico/Taoistico, accedendo cosi ai sacri misteri del Sacro Femminile- Sacro Maschile

Nel 2017 crea e fonda il Tempio di Jada, una visione nuova sul sacro femminile e sacro maschile, tutto ripreso dagli studi e dalla esperienza con il mondo taoistico/tantrico.

Ha pubblicato due libri di poesie incentrate sul percorso di crescita individuale e la scoperta del sé.
Conduce gruppi di meditazioni e visualizzazioni guidate verso il potenziale Femminile e armonizzazione con i cicli naturali di Madre Terra, seguendo la corrente filosofica della “Cammino della Dea”.

Amante della fotografia. Ha scritto articoli per la rivista L’iniziazione e per diversi blog.

MAGGIORI INFO: www.storiadiunapoesia.it

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