Solstizio d’estate e gli ultimi pagani

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Le belle giornate sono iniziate da un pezzo, ma oggi, 21 giugno, si celebra il solstizio d’estate, l’avvio ufficiale dell’estate astronomica, ossia la giornata, intesa come ore di luce, più lunga dell’anno!

Sia che lo stiate aspettando da tempo, sia che vi abbia colti di sorpresa, qui trovate alcune curiosità scientifiche su questa annuale ricorrenza.

Astronomicamente parlando, il solstizio, dal latino sol (Sole) e sistere (fermarsi) è il momento in cui il Sole raggiunge, il punto di declinazione massima o minima. Il Sole culmina allo zenit, nel punto più alto rispetto all’orizzonte del suo percorso annuale.

Oggi avremo il crepuscolo più lungo

Oggi la durata del crepuscolo (l’intervallo di tempo prima dell’alba e dopo il tramonto in cui la luce del Sole è comunque visibile in atmosfera) sarà massima nell’emisfero nord, e toccherà un record nel circolo polare artico, dove il Sole trascorrerà gran parte delle 24 ore sopra all’orizzonte. Nell’emisfero boreale, il bagliore solare sarà visibile fino a un’ora e mezza dopo il tramonto. Che non necessariamente, però, sarà il più tardivo dell’anno: dipende dalla latitudine a cui vi trovate.

Gli ultimi pagani festeggiano nudi

Un’antica religione dell’età del bronzo sopravvive tutt’ora in Lettonia. Festeggiano nudi l arrivo dell’estate con riti e celebrazioni di fuoco, offerte di cibo e bagni sacri nei laghi.

Uomini con corone di foglie di quercia e donne con ghirlande di fiori campestri invocano nei loro canti il dio Dievs, le dee Laima e Mara, e varie divinità che soprintendono ai tanti aspetti della natura. Si accendono fuochi sacri e si fanno offerte di cibo a querce, laghi e sorgenti. E si fanno bagni rituali nudi, in un lago. Tutto questo accade anora oggi fra gli ultimi pagani d’Europa, in Letgallia, regione agricola della Lettonia, piccola repubblica ex sovietica che si affaccia sul mar Baltico.

Secondo i dievturi una persona è fatta di tre parti: augums (corpo), dvesele (anima) e velis (spirito). Ne decidono il destino, prima della nascita, Laima e le sorelle Karta e Dekla (come le tre Moire greche o le Norme nordiche). Con la morte, le tre parti si separano: il corpo torna alla terra e l’anima a Dievs. Lo spirito è una sorta di ombra (alla greca) che ha memoria del pensiero del defunto. Per un periodo resta vicino ai vivi. Nel Veli, festa dei morti, gli spiriti sono invitati a entrare nelle case. Più tempo passa, più il ricordo si attenua nelle nuove generazioni e lo spirito di un defunto sale a quote superiori fino a raggiungere l’altro mondo (Vinsaule), situato dietro il Sole, dove continuerà a esistere.

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