Persefone – Da Fanciulla a Donna

Incontriamo da vicino Persefone, l’eterna fanciulla, archetipo femminile affascinante e incarnato da ogni donna (tranne Atena) nella fase “bambina” della vita, durante l’infanzia.
Persefone diventa donna, solamente compiendo una discesa negli inferi, in una evidente analogia con il simbolismo del viaggio dell’eroe.

La storia di Persefone può considerarsi a tutti gli effetti la narrazione di un’iniziazione all’età adulta che avviene mediante un rito di passaggio.
L’iniziazione comprende l’aspetto sacro del rito con valenza “metamorfica” di passaggio da uno stadio a quello successivo dell’esistenza e, per esteso, della coscienza.

Nelle civiltà arcaiche e nelle organizzazioni sociali di tipo tribale il rito di passaggio era molto sentito e coinvolgeva tutta la comunità, che si stringeva attorno all’inizianda/o, estendendo così tale pratica dal singola/o alla collettività.

La dea greca Persefone comprendendo i due aspetti bambina/adulta ha perciò due nomi: Kore, la fanciulla, prima del rito di passaggio e Persefone in seguito, a rito avvenuto, sarà il suo nome di donna.
La figura di Persefone-Kore è inscindibile da quella della madre, la dea Demetra.
Ed è da ricercare proprio in questa unione simbiotica la causa della non crescita della figlia, Kore.
Infatti, la donna che incarna l’archetipo dell’eterna fanciulla, spesso è una figlia affettuosamente devota o tristemente obbligata, a seconda dei casi, ma sempre subordinata alla figura materna che risulta “ingombrante”, da emulare o da proteggere, di volta in volta.

La figura della madre, amorevole o terribile, merita certamente un’argomentazione a parte, data la sua complessità; il focus rimane sulla figura della fanciulla che, per fiorire come donna, deve necessariamente staccarsi dallo status di figlia.

Perché?

Perché altrimenti non sarà mai in grado di oltrepassare la propria vulnerabilità che la pone nel bisogno che qualcuno si prenda cura di lei.
Non imparando a prendersi cura di sé, non si conoscerà mai veramente.
Con tale mancata auto-conoscenza non potrà mai innestarsi un progetto di vita concreto e duraturo.

La fanciulla-Kore non sarà nemmeno consapevole del tempo terreno, preziosissima risorsa, che trascorre tra volubilità e capricci.
Ma ecco che, quasi sempre, sopraggiunge “la chiamata” e inizia il viaggio nelle profondità dell’anima.
La discesa agli inferi arriva dall’interno, da un sano moto di ribellione: “sono grande abbastanza per fare un certo tipo di esperienza”; oppure dall’esterno, dal trauma della separazione dalla madre: “sono costretta a fare un certo tipo di esperienza”.
Pur potenzialmente rischiando di cadere nelle tenebre della depressione, questo distacco permette alla fanciulla-Kore il cambiamento di stato, permette di diventare donna-Persefone, rivelandosi così salvifico.

Nel mito, il brusco richiamo alla fase “adulta” della coscienza avviene mediante il rapimento della fanciulla da parte di Ade, il dio degli inferi, che ne fa la sua sposa.
Integrando questo archetipo maschile e attivo alla propria coscienza, grazie all’unione ierogamica, Persefone diventa regina, simbolo della massima espansione ed espressione del femminile.

Miria

Miria Tondi

Donna di luce e d’ombra, sono studiosa e ricercatrice del sé, del simbolismo, degli archetipi e delle arti magiche da 25 anni.

Leggo i Tarocchi, il Tema Natale Astrologico e altri tipi di carte decodificandone il linguaggio arcano e sollevando il velo sul sapere ancestrale contenuto in queste discipline.

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