Non hai più bisogno della paura, lasciala andare
Hai bisogno della paura per non assumerti la responsabilità della tua grandezza o, almeno, della tua verità.
La paura ti consente di sentirti a tuo agio nel mondo che ti sei costruito attorno.
In quel lavoro che detesti ma ti serve.
Con quei familiari che ti risucchiano ma non puoi allontanare.
Con i tuoi amici che non ti vedono e non possono vederti e ti ritengono strano o problematico.La paura ti serve, per non dover riconoscere quell’immensa rabbia che hai dentro, per tutti coloro che ti hanno sempre violato.
Ti serve per non sentire la colpa che credi di dover sentire, se solo provi ad ammettere che quelle persone che tanto ami non ti amano, ti usano per sentirsi esistenti.
Ti serve per non dover sentire quel vuoto infinito dentro e intorno a te e consentirgli di dirti che è lì perché è lì dentro che si crea ogni cosa.
Ti serve per consentirti di rimanere al sicuro nel tuo nascondiglio e non dover riconoscere di essere speciale.
Ti serve perché essere speciale la senti una colpa e una condanna e questa è presunzione, perché credi di essere speciale solo tu.Ti serve perché, per ammettere che non sei il solo ad essere speciale, devi perdonare chi ha violato la tua purezza e riconoscere che l’ha fatto soltanto perché anche lui non sapeva di essere speciale e di avere la responsabilità di ricordarlo e manifestarlo.
Hai bisogno della paura per rimanere in superficie e sentirti uguale agli altri.
Ne hai bisogno per non dover rivivere il rifiuto che ti è stato opposto da uomini e donne acerbi, supponenti e sprezzanti.
Ti serve per non dover riconoscere che le persone acerbe, supponenti e sprezzanti vanno ridimensionate, perché non sanno quello che fanno ma lo fanno.
Ti serve per non doverti accorgere che non puoi più stare con tua moglie, perché finora vi ha legati il bisogno, la convenzione, l’inerzia o una necessità evolutiva.
Ti serve per non dover lasciare andare tuo figlio, perché gli stai facendo vivere la vita che tu non hai vissuto e senza di lui non puoi avere.
La paura ti serve per non accorgerti che credi di essere vivo e, in realtà, non hai vissuto neanche un solo giorno.
Ti serve avere paura della morte, perché così ti illudi che i giorni nei quali ti trascini siano vita.
Ti serve avere paura di non poter pagare le bollette, perché così non devi chiederti chi sei o cosa sia quella che chiami vita.
Ti serve avere paura del domani, perché così non devi riconoscere la sacralità di ogni giorno e di ogni tuo respiro.
Hai bisogno della paura, perché, se non ne avessi, inizieresti a respirare, a sentire il tuo corpo, a riconoscere le tue emozioni.
Inizieresti a vedere che quelle pareti, dentro cui ti sei murato, sono lì soltanto perché le vuoi tu.
Perché hai creduto di non dover essere te stesso, altrimenti avresti ferito qualcuno.
Hai creduto di dover portare il peso di qualcun altro, perché ti hanno detto che amare equivale a dare.
Hai creduto di avere bisogno di qualcuno, perché non sai riconoscere e utilizzare il tuo potere.
Hai creduto di dover essere salvato, perché le tue cellule tremano ancora di paura e colpa.
Hai bisogno della paura per non accorgerti di essere libero ma di doverti anche liberare.
Hai bisogno della paura per non doverti accorgere di non essere favoloso come credi, ma puoi esserlo anche molto di più.
Non hai più bisogno della paura, lasciala andare.
Vittoria
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Vittoria Cucciarrè Avvocato fuori, ricercatrice dentro. Segui la pagina facebook: Vittoria Cucciarrè – La via della Bellezza Contatti: veranikatraanimaedego@gmail.com
Il mio percorso di crescita personale e spirituale non è iniziato per mia scelta, è stato lui a scegliere me.
Non sono titolata, non ho frequentato corsi, non ho verità da rivelare.
Sono una persona curiosa, che ama ricercare, indagare, scoprire e farsi ancora domande.
Anzi, prima di amarlo, questo è quello che sono.
Non so nemmeno io dove sto andando, dove e se arriverò, non so neanche più se sto cercando qualcosa di definito.
Ma so che è quello che mi piace, che mi fa stare bene e che ha rivoluzionato e migliorato la mia vita.