La Ricapitolazione Tolteca

I tempi che ci troviamo ad affrontare in questi giorni e la Pasqua ormai vicina mi hanno fatto venire in mente che sarebbe opportuno conoscere qualche tecnica in grado di vivere al meglio questo curioso spazio/tempo che stiamo vivendo.
E fra le antiche tecniche sciamaniche messicane più utili a tal proposito considero la ricapitolazione tolteca, divulgata da Carlos Castaneda con i suoi libri, una delle più efficaci.
 
Ma vediamo di capire per quale motivo è così importante farla, e soprattutto, farla seriamente.
Tutti noi con l’andare del tempo ci siamo “costruiti” con il materiale imprigionato dai nostri ricordi: emozioni, azioni, insomma siamo fatti del nostro passato che mattone dopo mattone costituisce il nostro presente.
 
 
Già in un articolo precedente abbiamo visto come il non riconoscimento del nostro lato ombra e dei traumi ad esso collegati significhi anche non poter individuare e disporre completamente dei propri talenti.
In questo modo, per via di questa azione, collegata ma non completamente identificabile con quello che la psicologia definirebbe rimozione,  gettiamo via insieme a tutto ciò che non vogliamo vedere  anche ciò che ci servirebbe per vivere meglio.
In realtà il nostro passato rimosso non va nella raccolta differenziata, perché ciò significherebbe averlo elaborato o scremato, ma va in quella che mi piace definire  la cantina del nostro io.
  
Bene immaginiamo di scendere le scale e andare in cantina, apriamo la porta e magari non abbiamo neppure la luce disponibile, quindi brancolando nel buio tastiamo ogni cosa per cercare quello che vogliamo…
Qui la mente inizia a giocare: una sedia rotta si trasforma magari in uno scaffale, se siamo molto razionali, ma potrebbe anche sembrarci un enorme ragno mummificato… o un pezzo di giornale che si muove può trasformarsi da una pantofola a un topo che si nasconde.
Insomma meglio cercare una luce, sì forse va un po’ meglio e ora la cantina ci appare per quella che è, un luogo più o meno scuro, impolverato, pieno di cose alcune forse inutili.
Mangereste o dormireste in una cantina?
Quanto questa cantina è davvero piacevole per noi?
Le foto di trisavoli sconosciuti, libri che si sbriciolano, vestiti, pizzi e bauli e, soprattutto, bambole rotte … sì lo so, vi sono molti amanti del genere, non voglio discutere, vorrei solo che questa cantina diventasse un posto dove energeticamente stiamo bene.
 
E per stare bene in un posto dobbiamo sapere esattamente cosa quel posto contiene ma soprattutto di che energia è composto.
Sappiamo tutti che in alcuni luoghi ci sentiamo bene e in altri meno, questo ha a che fare con l’assetto energetico di quel luogo.
La ricapitolazione  è come scandagliare la nostra energia immagazzinata nei ricordi, quindi scendere in cantina osservare e chiedersi, cosa mi produce a livello energetico quel baule?
E quella sedia? E la bambola?A  livello tecnico consiste nel mettersi in uno spazio tranquillo abbastanza buio da poter restare anche ad occhi aperti: una tenda, una piccola grotta, una stanza piccola che ci contenga… o se si preferisce o si è costretti ad eseguirla in uno spazio non completamente buio, si possono pure chiudere gli occhi.
 
A quel punto si sceglie un evento del proprio passato e si torna esattamente a quell’evento.
Ipotizziamo di essere a fine serata e vogliamo ricapitolare la nostra giornata, partendo magari dall’ultima cosa fatta in compagnia ovvero la cena con un nostro amico.
Allora dobbiamo esattamente tornare a quel un momento per esempio l’arrivo al ristorante per poi ripercorrere la cena ricordando parole, colori, odori ma tutto ciò non come fosse un elenco neutro, lo dobbiamo ripercorrere con lo stesso assetto energetico che avevamo in quel momento.
In gergo tecnico si dice riposizionare il punto di unione nell’esatta posizione che aveva in quel particolare istante.
Se quindi il nostro amico ci ha elogiato magari sul campo lavorativo, ricordando le sue parole dobbiamo anche sentire la stessa emozione, qualsiasi essa fosse, felicità, imbarazzo, misto di tante cose, noi dobbiamo essere lì, con tutto il nostro corpo, e tutto ciò deve essere accompagnato da una respirazione particolare che ci aiuta a riconquistare la nostra compattezza.
 
Il respiro spazzante è fondamentale nella ricapitolazione.
Con il mento posizionato sulla spalla destra iniziamo a inspirare muovendoci verso la spalla sinistra, possiamo quindi soffermarci a pieni polmoni sulla spalla sinistra e poi partiremo con l’espirazione finendo sulla spalla destra, anche qua possiamo soffermarci qualche istante nella condizione di vuoto polmonare.
Ogni fase della respirazione spazzante è uno spazio energetico: inspirare, il pieno, espirare, il vuoto.
Tutto ciò con il tempo lo sentiremo con varie parti del corpo e ovviamente anche fuori dal corpo nel nostro spazio energetico (corpi sottili, uovo luminoso).
 
Le prime fasi sono importanti perché servono per agganciare il ricordo e questo deve avvenire con una percezione del corpo chiara, inconfondibile, soggettiva ma che solitamente riguarda l’area della volontà (plesso solare, ombelico, pancia) dobbiamo proprio sentire che abbiamo afferrato le fibre di quel ricordo e ora possiamo disporne come vogliamo.
Può volerci qualche respirazione per sentire tutto ciò, ma appena lo abbiamo ben presente abbiniamo alla inspirazione il riappropriarci delle nostre fibre energetiche e con la espirazione la liberazione di ciò che non ci appartiene.
Il riprendere le fibre e lasciare quello che non ci serve può avvenire con la visualizzazione, la sensazione fisica o entrambe, ma non può essere un esercizio psicologico.
Quello che ci riprendiamo, quello che lasciamo deve essere percepito, reale, denso, come qualcosa che in qualche modo si sente.
 
Ognuno ha un suo sentire, personalmente tutto ciò in me avviene con piccole scariche elettriche, brividi, sensazioni alla pancia (per le donne prestare particolare attenzione all’utero) e si può anche aver voglia di muovere le mani, come se percorressimo corridoi non visibili, movimenti che ricordano il Tai Chi Chuan o i Mudra  indiani in certi casi. Ma tutto ciò rientra davvero nella interpretazione, quindi è necessario non pensare a nulla, perché sarà il corpo a muoversi senza che voi possiate in alcun modo pensarlo prima.
Per esperienza i movimenti avvengono dopo un po’ di dimestichezza con la pratica.
Ovviamente non essendo più soggetti allo spazio tempo possiamo benissimo condurre il gioco, quindi un minuto di colloquio con il nostro famoso amico ha prodotto in noi molte emozioni che devono essere vissute ma senza giudizio.
Mentre altri momenti della cena, una volta ricordati, non li sentiremo come densi e quindi potremo benissimo velocizzarli…
 
La ricapitolazione ha come unico scopo il ricompattare la nostra energia.
Non siamo psicologi di noi stessi, o preti o amiconi, sospendete qualsiasi giudizio.
Semmai in sede di ricapitolazione vi venisse in mente un episodio diverso da quello che state ricapitolando accantonatelo per un altra ricapitolazione, dobbiamo solo riappropriarci dell’energia persa in quel momento.Si capisce di aver raggiunto l’obiettivo quando respirando sentiremo un nuovo assetto energetico, non saprei bene come definirlo: liberazione, più spazio, apertura, leggerezza, emozione diversa non catalogabile…
 
Non indulgendo sulle considerazioni e sui giudizi ma soffermandosi solo sui sentimenti e sulle emozioni prodotte, saremo in grado di comprendere strada facendo i tempi e anche di adattarli, così come saremo in grado di percepire i nuovi stati energetici.
Una volta che il nostra assetto energetico sarà compatto potremo passare a un altro ricordo.
Ricordo una famosa frase di Alda Merini che diceva “Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri“.
 
Ecco riassunta in poesia l’effetto di una perdita, anzi meglio di una deformazione di fibre energetiche.
Ovviamente le persone più sensibili se ne rendono conto perché lo sentono con il corpo.
E credo che l’arte in ogni sua forma nasca proprio per riappropriarci del nostro vero assetto.
Se invece vogliamo cimentarci seriamente nella ricapitolazione possiamo iniziare a ricapitolare alcuni eventi della giornata magari quelli passati con le persone, per poi compilare una lista come Castaneda fece durante il suo apprendistato.
 
Quindi ricordando eventi legati ai nostri amici, alla famiglia, ai colleghi, ai professori, insomma un bel lavorino eh…In più molte sciamane sudamericane invitano anche a ricapitolare odori e sapori, e questo ha certamente senso se consideriamo che la ricapitolazione è fondamentale per sganciarsi dalle emozioni che ci tengono ancorati sotto forma di paure o indulgenze.
Quindi il buon piatto di pastasciutta che quando eravamo piccoli ci riporta a sentimenti nostalgici deve essere ricapitolato in modo da sentire che cosa ci produce a livello energetico quella memoria.
Con questo non significa non provar successivamente emozione nel ricordare poi quel gusto ma significa che avremo aperto altre possibilità a quel ricordo, strade che percorse porteranno verso altri spazi.L’esatta ricetta della nonna non sarà più un mero che bei tempi, a come ero felice da piccolo, ma sarà magari, creiamo un piatto nuovo o dipingiamo o piantiamo quelle erbe oppure quel che volete, in ogni modo saremo di nuovo liberi perché consapevoli.
 
La ricapitolazione fa in modo che noi possiamo quindi avere accesso a tutti i punti di unione che abbiamo scandagliato durante la nostra vita.
Il fatto di poter riprendere energeticamente quell’assetto significa anche poterci tornare deliberatamente. Immaginate quindi in un momento di rabbia di poter tornare alla posizione di gioia di un evento.
Sarà facile farlo perché con la ricapitolazione non solo avrete recuperato quell’assetto ma anche riprogrammato il corpo a percepirlo, avrete insomma messo luce e ordine in cantina in modo che sia subito visibile a raggiungibile ciò che volete.

L’efficacia di qualsiasi tecnica risiede su quanto avremo lavorato con l’ego o, parlando in termini nagualistici, con l’importanza personale, ma anche con la forma umana, con la nostra identificazione con il corpo.

E questo è punto fondamentale, il nostro vero mentale risiede nel corpo, è solo tramite il corpo che possiamo esattamente percepire il nostro assetto energetico, noi sappiamo esattamente se una cosa è giusta per noi o meno, lo sentiamo, lo percepiamo proprio con il corpo ma non gli prestiamo attenzione.
Siamo così ossessionati dal pensiero che il corpo lo consideriamo solo come veicolo sociale, il sentirsi belli o brutti e via discorrendo.

La ricapitolazione fa si che noi possiamo riappropriarci del corpo come sacro veicolo di informazioni, in modo che qualsiasi scelta sia per noi quella efficace, momento dopo momento, in base a ciò che vogliamo ottenere.

Infine come tutte le pratiche energetiche ha a che fare con la morte, perché in quel momento saremo soli e l’attaccamento agli altri ma soprattutto all’immagine di noi, creata dallo specchio che l’altro ci restituisce, sarà sicuramente da impedimento a un fluire consapevole ed evoluto verso altre forme.

In qualsiasi tradizione esoterica e spirituale tutto ciò è fondamentale partendo dalla pesatura del cuore degli egiziani, alla prima raccomandazione del Libro Tibetano dei Morti: abbandona ogni attaccamento, abbandona ogni desiderio…

Insomma ricapitolare serve, iniziate, approfondite, perché alla fine ricapitolerete proprio mentre vivrete l’evento in uno stato di presenza assoluta e di dissoluzione dell’ego che libera subito energia per vivere davvero al meglio.
Sembra magia, sì forse è magia, ma semplicemente  la vita stessa riappropriandosi della sua natura è continua magia!
 
Nicole
 
Per avere ampia visione di più tecniche sciamaniche e per termini tecnici  visitate il sito sciamanesimoenagualismo.com
 
Per approfondire la ricapitolazione: Ricapitolazione di Marco Baston
 
 

Fabrizia Nicoletta Gugliemino

Nasco da una famiglia di ricercatori teosofi che nella Sicilia degli anni settanta costruiscono un piccolo centro di ricerche filosofiche e spirituali interessante crocevia di tradizioni orientali ed esoteriche occidentali.
Apprendo da mia madre la tarologia e l’astrologia mentre osservo mio padre nella realizzazione di amuleti, rapita dal potere dei simboli che mi appaiono davanti come portali infiniti.
Ma il richiamo dell’Oriente è forte e fin dai vent’anni inizio a praticare yoga  e ad appassionarmi delle arti orientali finendo per seguire il percorso de I Ching e del Feng Shui.
Con la conoscenza del Tai Chi Chuan e del Chi Kung inizio a percepire la potente energia che abbiamo nel corpo e il segreto della sua direzione ma solo con lo sciamanismo, tibetano dapprima e tolteco dopo, riesco a dare un senso a tutte le pratiche assaggiate fino a quel momento.

Con un gruppo di appassionati di danza orientale, discipline bioenergetiche, medicina e alimentazione taoista fondiamo Tria Kentra associazione culturale umbra che promuove lo sviluppo del benessere psico fisico dell’uomo tramite la conoscenza energetica.

Le tecniche fisiche di armonizzazione energetica, le arti divinatorie come conoscenza del Sé, le tecniche tolteche che aprono soglie nell’ambito percettivo, la pittura, l’armonia fra uomo e ambiente sono ciò che adesso considero davvero la mia casa fisica e spirituale e mio desiderio è diffonderle.

1 Comment
  1. Volevo porre una domanda
    i mondi paralleli come si possono conquistare invece? Se io oltre alla ricapitolazione volessi anche entrare in altri allineamenti per contattare alleati o inorganici come posso fare?

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