La Meditazione Vipassana sulle sensazioni

La meditazione di chiarezza mentale, analitica e basata sulla consapevolezza attiva della coscienza, detta Vipassana, rappresenta il tema che affrontiamo anche in questo articolo.

Dopo aver parlato della tipologia di Vipassana basata sulla consapevolezza degli stati della mente parleremo in questo articolo di quella focalizzata sulle sensazioni in generale nonché sulle sensazioni del corpo in particolare.

Come per gli altri tipi di meditazione, dopo esserci seduti o comunque preparati alla sessione (parleremo in un prossimo articolo delle posture) iniziamo praticando la concentrazione mentale su un oggetto di meditazione, tipicamente il respiro.

Prima di arrivare alla fase cruciale del tipo di meditazione scelta affronteremo due fasi, una preparatoria iniziale e una intermedia di accesso.

Iniziamo a concentrarci sul respiro, sull’aria che entra ed esce, in diversi organi e aree del nostro corpo: narici, addome, diaframma.

La meditazione Samatha enfatizza a questo punto una concentrazione totale sull’oggetto nell’ambito di un necessario silenzio intorno al meditante che deve isolarsi da tutto e tutti per far si che l’oggetto entri e si dispieghi nella propria coscienza, senza distrazioni.

Nella Vipassana tale aspetto non e’ presente.

Si puo’ meditare anche attorniati dal rumore in quanto lo scopo e’ di raggiungere una visione profonda circa l’oggetto meditativo, all’inizio rappresentato dal respiro.

Non ci si fonde con esso ma vi si rimane concentrati pur mantenendo e sviluppando una visione della nostra mente o di alcune sensazioni in particolare, anche legate al corpo, continua, generale ed analitica allo stesso tempo.

Rispetto alla Samatha la meditazione Vipassana sulle sensazioni o sugli stimoli corporali ha una caratteristica di concretezza molto marcata.

Si passa da un aspetto concettuale dei fenomeni ad un’esperienza diretta degli stessi.

I maestri di Vipassana solitamente affermano che la chiara visione non si raggiunge anteponendo uno sforzo concettuale ma cercando di osservare le cose così come sono, senza aggiungere nulla di più.

Ogni aggiunta costituisce una espressione egoica o del proprio io, un modo di attaccarsi a concetti, pensieri, idee.

Nella mia esperienza pratica ho visto che in realtà questa visione “neutrale” di profondità e’ molto difficile e spesso espressioni verbali e non verbali egocentriche emergono anche da insegnanti di questo tipo di meditazione.

Ed e’ a mio parere anche il motivo per cui tale tipo di meditazione e’ molto praticata e accettata da coloro che praticano meditazione in Italia.

Non si realizza sempre, secondo me, un distacco dal proprio io, in quanto il respiro e’ il mio, la sensazione e’ la mia, il corpo e’ il mio.

Tutto questo non aiuta e tante energie rimangono indirizzate quindi a tale ambito della coscienza personale dove in fondo rimangono attaccamenti e desideri.

Questo e’ un bene per chi trova ansia e paura di fronte, ad esempio, ad un tipo di meditazione diverso e meno “guidato” dal corpo o dalla mente. Come lo Zen.

Ma e’ un parere personale, ogni esperienza umana e’ diversa ed ognuno, se e’ sincero, segue il cammino per lui migliore….

Tornando alla meditazione Vipassana si giunge ad un’esperienza diretta dei fenomeni, ad esempio, di una sensazione di dolore alla caviglia, dopo che magari si e’ seduti a gambe incrociate da 30 minuti….

Siamo consapevoli del dolore, senza che il concetto di dolore, cosi come impresso nella nostra coscienza, ci condizioni.

Diventiamo quindi più resistenti alle vicende negative della vita e in genere alle sensazioni negative.

Nel Buddhismo abbiamo solo tre tipi di sensazioni: buone, cattive e neutrali.

Non amiamo le vie di mezzo, ma solo in questo ambito!

Praticando Vipassana svilupperete una singolare capacita’: non vi esalterete per le sensazioni positive e non vi deprimerete per quelle negative.

Questo il frutto di una visione profonda, penetrativa, coltivata con costanza.

Una mente non reattiva, non giudicante: questo l’obiettivo di tale pratica che salta quindi gli aspetti concettuali e arriva direttamente alla sensazione corporea, senza mediazione.

Praticando Vipassana tanti maestri di scuola Theravada hanno sviluppato enormi capacita’ di resistenza al dolore.

La meditazione Vipassana, cosi come vedremo quella Zen, ci riporta al “qui ed ora”, al momento presente: non ci sono pensieri sul passato ne’ sul futuro perché in teoria ho sostituito ai concetti la realtà concreta, attraverso una visione profonda dei fenomeni reali quali sensazioni o stimoli corporali.

Provate anche voi, amici del blog.

Hae Myong

Il mese di dicembre mi vedrà  molto impegnato, in diversi ambiti personali inclusi due seminari di un giorno. Il programma dei prossimi articoli prevede un’ uscita tra quindici giorni e poi due uscite tra Natale e Capodanno. Parleremo dell’ultima tipologia di meditazione Vipassana e poi della meditazione Zen di tradizione giapponese e di quella Zen di tradizione coreana. Chiuderemo questa prima parte sulle diverse tipologie di meditazioni buddhiste con la meditazione di “benevolenza”.

Hae Myong
Inizia a studiare da autodidatta il Taoismo cinese nel 2004 e presto si avvicina allo studio della cultura zen e buddhista.
Nel 2006 inizia a praticare presso l’Associazione “Bodhidharma” di Lerici del monaco buddhista Tae Hye Sunim, di ordinazione coreana e birmana, una sorta di pratica che accoglie aspetti della tradizione Theravada e della tradizione Mahayana del Buddhismo.

Per alcuni anni guida anche le pratiche del gruppo genovese di tale comunita’ religiosa presso i locali dell’Associazione “UnSoloCielo” in via San Lorenzo a Genova.

Nel 2009 riceve a Seoul dal monaco Tae Hye Sunim i cinque precetti Buddhisti e assume il nome di Dharma di Mu Mun.

Nel 2009 risiede per alcune settimane in Corea presso i principali templi dell’Ordine Jogye. Nel 2010 e 2012 visita alcuni templi in Thailandia.

Nel 2014 inizia a studiare presso l’Institute for Buddhist Studies USA (IBS) dell’Ordine coreano zen Taego-jong affiliato con Dong Bang College of Korea.

Nel 2015 partecipa ad alcuni ritiri spirituali organizzati dall’Ordine Taego in USA.

Nel 2016 riceve il diploma dall’IBS dopo aver terminato i due anni di studi ed aver superato tutti gli esami e la tesi finale.

Nel 2017 riceve i precetti del Bodhisattva presso l’Associazione Bodhidharma in Lerici.

Nel 2018 viene ordinato in Polonia Dharma Teacher dall’Ordine Taego-jong e riceve il nome di Dharma di Reverendo Hae Myong.

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