Storie reali di bambini selvaggi – “umani” si diventa, non si nasce

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Queste storie incredibili hanno fatto il giro del mondo: sono ragazzi e neonati abbandonati o persi nella giungla, smarriti e poi ritrovati. Forse il film “Mowgli” del 1994 di Stephen Sommers ha dato spunto alle vicende realmente accadute.
Destinati a una fine di stenti per fame, freddo o a diventare vittime di predatori. Eppure scampati alla morte e ritrovati dopo anni, nudi, con gli occhi assenti, incapaci di camminare eretti e di parlare, adattati a muoversi velocemente a quattro zampe o ad arrampicarsi sugli alberi. Sono i ragazzi selvaggi, poco meno di 100 casi registrati nella letteratura e nelle cronache degli ultimi secoli.
Ma come hanno potuto farcela a sopravvivere in condizioni così dure?!
Il primo caso registrato di ragazzo selvaggio risale al 1344: Alcuni cacciatori ritrovano fra i lupi un bambino selvaggio di circa 10 anni e lo portarono al principe d’Assia.
Ma il caso che fece più clamore risale al 1798, quando fu catturato nei boschi francesi dell’Aveyron un ragazzino selvaggio di 12 anni: completamente nudo, mordeva e graffiava e, chiuso in una stanza, andava avanti e indietro come un animale in gabbia. Affidato a una vedova e poi a un naturalista, per ordine del ministero dell’Interno fu portato a Parigi e rinchiuso nell’Istituto per sordomuti, dove venne prelevato dal medico Jean Itard che ne tentò il recupero comportamentale e linguistico. Egli segnò su un diario tutti i progressi fatti dal ragazzo nel corso di 5 anni.
Le Bimbe lupo.
Un altro caso fu documentato dal reverendo Joseph Singh, missionario di un orfanotrofio di Midnapore, in India. Si appostò su un albero fuori da una piccola grotta, dove si sospettava si rifugiassero questi animali. Vide uscire i lupi e subito dopo entrò nella tana, dove trovò due bambine che camminavano a quattro zampe. Una aveva circa 8 anni, l’altra solo un anno e mezzo. Probabilmente non erano nemmeno sorelle ed erano state abbandonate in momenti diversi.
Un altro tentativo di recupero fu documentato dallo psicologo sperimentale Jorge Ramirez: si trattava di un fanciullo di 5 anni trovato nel 1933 in una foresta del Salvador: nudo, capelli lunghi, postura ricurva, vocalizzazioni da scimmia. Battezzato con il nome di Tarzancito, imparò a ripetere alcune parole senza però capirne il significato. Poi, vivendo nella comunità umana, cominciò a lavarsi, a vestirsi a scrivere e a leggere alcune parole, a fare anche semplici conti.
Nel 1992, un altro caso: un ragazzino di circa 15 anni, avvistato nei pressi di una mandria di bufali nel Parco nazionale Marahouè, in Costa d’Avorio. Non parlava e aveva ginocchia callose, segno di andatura a carponi. «Faceva alcuni versi, emettendo i vocalizzi degli scimpanzé» raccontò il capo dei ranger del Parco.
Il randagio della città.
La storia di Ivan Mishukov, però, dimostra che ci si può arrangiare cooperando con i cani randagi. Ivan lo fece per due anni, sopravvivendo nella Russia postcomunista.
Il bimbo chiedeva la carità per le strade di Mosca e divideva il cibo con il branco. In cambio poteva dormire e scaldarsi in mezzo a loro per sopravvivere al freddo. I cani lo riconobbero come loro leader e non esitavano a difenderlo dai malintenzionati.
Per tre volte la polizia, venuta a conoscenza del caso, tentò di prendere il ragazzo, che riuscì a scappare protetto dai cani. Le forze dell’ordine, poi, riuscirono a catturarlo in un momento che era lontano dal branco. Indirizzato al recupero, Ivan dimostrò che non aveva perso la capacità di parlare, crescendo arricchì il suo linguaggio come un ragazzo normale ed ebbe anche buoni risultati scolastici.
A questi casi si sono poi aggiunti anche quelli di Rochom P’ngieng, una ragazza cambogiana ritrovata nel 2007 dopo aver vissuto alcuni anni nella giungla (si era persa all’età di 8 anni) e il cosiddetto bird-boy, un bambino di sette anni scoperto nel 2008 nella campagna russa e cresciuto un una casa di due stanze in cui viveva insieme a decine di uccellini in gabbia. Era incapace di parlare: emetteva solo cinguettii.
Fonte: Focus.it
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