“La Permacultura si occupa della progettazione e manutenzione consapevole di ecosistemi agricoli produttivi che presentano la stessa diversità, stabilità, e resilienza degli ecosistemi naturali. È l’integrazione armoniosa tra paesaggio e persone, le quali provvedono al loro riparo, cibo, energia, ed altri bisogni materiali ed immateriali in modo sostenibile”.
Bill Mollison
La permacoltura è un metodo per progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo che siano in grado di soddisfare bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali.
Il metodo della permacoltura è stato sviluppato a partire dagli anni settanta da Bill Mollison e David Holmgren attingendo da varie aree quali architettura, biologia, selvicoltura, agricoltura e zootecnia.
A partire dal 1974 in Australia Bill Mollison e David Holmgren cominciarono a sviluppare un quadro di riferimento per un sistema agricolo sostenibile, incentrandolo su una policoltura a base di specie arboree perenni, arbusti, specie erbacee, funghi e sistemi radicali. Oltre a questo il metodo si poneva come obiettivo il progettare insediamenti umani in modo da ridurre il lavoro necessario per mantenerli, la produzione di scarti e l’inquinamento e contemporaneamente preservare o incrementare naturalmente la fertilità dei terreni e la biodiversità del sistema.
L’opera di Mollison e Holmgren era basata sui seguenti assunti:
- La crisi ambientale è reale e le sue dimensioni sono tali che certamente trasformeranno la moderna società industriale in modo irriconoscibile. Questo processo metterà in serio pericolo il benessere e la stessa sopravvivenza della popolazione mondiale, in costante aumento.
- L’impatto globale – quello già presente e quello futuro – della società industriale e dell’enorme popolazione sulla meravigliosa biodiversità della terra sarà sicuramente molto più vasto degli enormi cambiamenti registrati negli ultimi secoli.
- L’uomo, anche se creatura abbastanza insolita nel contesto del mondo naturale, è soggetto alle stesse leggi scientifiche che governano l’universo materiale e l’evoluzione delle forme di vita, in primo luogo quelle relative al bilancio energetico.
- Lo sfruttamento dei combustibili fossili durante l’era industriale è la causa primaria della spettacolare esplosione della popolazione umana, delle conquiste tecnologiche e di ogni altra caratteristica della società moderna.
- Sebbene sia quanto meno difficile prevedere quali saranno gli sviluppi della società umana successivi all’esaurimento delle risorse energetiche di tipo fossile, è indubbio che i prossimi decenni vedranno il ritorno ai modelli osservabili in natura e nelle società preindustriali e cioè a modelli sociali dipendenti da energie e risorse rinnovabili.
Il lavoro culminò nel 1978 con la pubblicazione di Permaculture One. Nel 1979 Mollison pubblicò Permaculture Two, con il quale ampliava ulteriormente il metodo comprendendo la progettazione di intere comunità.
Quello che infatti contraddistingueva il lavoro di Mollison e Holmgren dalle altre proposte di metodi agricoli alternativi era l’enfasi sull’integrazione con tutti componenti di un insediamento umano: costruzione di edifici, pianificazione del sito, gestione delle acque e dell’energia e gestione della comunità si fondevano con la coltivazione di piante per cibo o altre materie prime.
I 12 Principi Fondamentali della Permacultura
David Holmgren sintetizza i principi alla base della permacultura in dodici punti.
- Osserva e interagisci (la bellezza è negli occhi di chi guarda) Osservare il paesaggio e i processi naturali che lo trasformano è fondamentale per ottimizzare l’efficienza di un intervento umano e minimizzare l’uso di risorse non rinnovabili e tecnologia. L’osservazione deve essere accompagnata dall’interazione personale.
- Raccogli e conserva l’energia (prepara il fieno finché c’è il sole) Raccogliere e conservare l’energia è alla base di tutte le culture umane e non. Per energia si intende tutto ciò che può essere immagazzinato e/o mantenuto in buono stato e che è fondamentale per la sopravvivenza di una comunità/cultura. Esempi: cibo, alberi, semi.
- Assicurati un raccolto (non si può lavorare a stomaco vuoto) Assicurarsi che ogni elemento del progetto porti una ricompensa utile.
- Applica l’autoregolazione e accetta il feedback (i peccati dei padri ricadono sui figli fino alla settima generazione) Applicare l’autoregolazione per evitare che controllori di livello superiore siano costretti ad intervenire per riequilibrare una crescita incontrollata. Impara a riconoscere e accettare il feedback fornito dalla comunità o, più in generale, dalla natura.
- Usa e valorizza risorse e servizi rinnovabili (lascia che la natura faccia il suo corso) Gestire le risorse che si rinnovano e rigenerano in modo continuo senza un apporto esterno in modo che assicurino una continua resa. Allo stesso modo valorizzare i cosiddetti servizi rinnovabili, ovvero i servizi apportati da piante, animali, suolo e acqua senza che questi siano consumati nel processo.
- Non produrre rifiuti (Il risparmio è il miglior guadagno) (Un punto in tempo ne salva cento) Assicurarsi che i sistemi presenti nel progetto non producano niente che non sia utilizzabile e utile ad un altro sistema.
- Progetta dal modello al dettaglio (gli alberi non sono la foresta) Bisogna imparare a dare uno sguardo d’insieme prima d’immergersi nel dettaglio. Utilizzare soluzioni progettuali derivate da modelli osservati in natura.
- Integra invece di separare (molte mani rendono il lavoro più leggero) Integrare ogni elemento progettuale all’interno del sistema in modo che si sostenga a vicenda con gli altri elementi.
- Piccolo e lento è bello (più sono grandi e più fanno rumore cadendo) Sistemi piccoli e lenti sono più facili da mantenere di quelli grossi e veloci, fanno un miglior uso delle risorse e producono in maniera più sostenibile.
- Usa e valorizza la diversità (non mettere tutte le uova in una sola cesta) Valorizzare la diversità animale e vegetale. La diversità riduce i rischi derivanti dalla gran parte delle minacce: l’ammalarsi di una specie di pianta non è la fine del raccolto. Inoltre la diversità aiuta a beneficiare dell’unicità di ogni territorio.
- Usa e valorizza il margine (non pensare di essere sulla giusta traccia solo perché è un sentiero molto battuto) Progettare le forme delle zone di confine in modo da sfruttarne il più possibile le caratteristiche: il limite tra due sistemi diversi è il posto dove accadono le cose più interessanti. Queste zone sono spesso le più produttive in quanto possono utilizzare le caratteristiche di sistemi diversi. Un esempio dello sfruttamento dei margini è rappresentato dal sistema di canali argini “chinampa”, utilizzato tradizionalmente in Messico e Thailandia.
- Reagisci ai cambiamenti e usali in modo creativo (bisogna vedere le cose non solo per come sono ma anche per come saranno) Sfruttare i cambiamenti a proprio favore; questo presuppone l’osservare attentamente i segni che li precedono e intervenire in tempo.
Fonte: Wikipedia
Video: Enricom75