Poesie Alchemiche – Sacerdotessa
Il mio attributo maschile è essere la Penetratrice del Mistero
mi sfilacciano il cuore i polsi lo stomaco l’intestino la gola mi
si stracciano al suono di questi accordi di questi ululati rochi
una poetessa girandola ha affondato i denti dentro di sé.
*
Nonostante la debolezza del corpo e della psiche il tentare
di mettere in parole l’incommensurabilità del tocco di Dio
è uno Stare Senza Stare e non c’è niente che tu possa fare
tranne, vivere l’ immobilità che fluisce.
*
Non posso interrompere il flusso dei misteri. Vanno con la vita.
Anche le danze dei sufi sono mandaliche e la sua voce viene
direttamente dalle viscere della terra: una meditazione ipnotica.
Sono in una scissione olistica.
*
Ogni volta che uno scritto si fa breccia tramite questo corpo
sento il suono impetuoso della meraviglia stupefatta al mistero
una meraviglia dopo l’altra che quando il core s’apre
non sai più come fermarlo.
*
Poesie nere poesie della scarnificazione della disgregazione
poesie dell’urlo poesie bianche poesie della coscienza poesie
della preghiera. La vita è un luogo in cui accadono cose.
Tu sei la vita.
*
Io sono una descrittrice. Una descrittrice dell’inconsistenza.
Sono una cronista del mondo interiore: non mi dire che mi
tocca di nuovo scendere agli inferni! Salgo in groppa al
coccodrillo e discendo. Sono una sacerdotessa del vuoto.
*
Non mi posso definire perché sono in continuo cambiamento,
mi conosco, nella misura in cui lascio il cambiamento al suo
accadere. Sono al punto in cui sono. E il punto in cui sono
non mi permette d’esser niente.
*
Sono quello che sono e non devo nemmeno sapere cos’è,
questo momento non lo puoi concettualizzare: Dea è di una
bellezza folgorante e il silenzio mi ricorda da dove provengo.
Ormai ho la luce negli occhi e non se ne va più.
*
Visioni che conducono, prima di sapere. Io sono questa
pioggia che cade, io sono questa montagna di fronte a me.
In questo accadere non c’è un punto di appoggio coscienza
ci stiamo evocando con la voce del silenzio.
*
Se io potessi scegliere un nome per me quale sceglierei?
Io sono la tua pelle senziente, io sento l’armonia della natura
e del silenzio che emana: quando sento il bello so che è vero.
Quando creo divento l’uno che sono.
*
Io voglio che tu mi conosca e dove non puoi conoscermi
io voglio che tu mi senta. E dove non puoi né conoscermi
né sentirmi perché sono misterica:
Io voglio che tu mi veneri.
Irina Bosco Staiano
Scopri il mio Libro
Il Viaggio della Maddalena
©Edizioni Unsolocielo 2020-21. Tutti i diritti riservati
Immagine di Copertina: PAUL DELVAUX – THE JOY OF LIFE, 1937
Irina Bosco Staiano Ha sempre avvertito, fin da bambina, un forte richiamo provenire dalla dimensione spirituale ed immaginativa che, crescendo, ha trovato la sua naturale via di espressione nella creatività artistica, sentita innanzitutto come una profonda necessità personale ed una un’autentica chiamata dell’anima. Immergendosi nelle profondità del suo mondo interiore è arrivata a “toccare” particolari stati di coscienza dai quali è iniziato a sgorgare un inarrestabile flusso poetico fortemente archetipico, visionario, evocativo e misterico. I suoi scritti alchemici della Nigredo, dell’Albedo e della Rubedo, riportano nell’oggi un processo di esplorazione e guarigione interiore antico e senza tempo.