Perchè pratichi?

Libri su libri, corsi, articoli, saggi, seminari: il mondo della meditazione e del buddhismo si è arricchito negli ultimi trent’anni, anche in Italia, di molteplici maestri, insegnanti, guide.

Ma a volte una ordinazione monastica, ottenuta anche in un solo giorno in qualche tempio asiatico, è stata sufficiente per apprendere la capacita’ didattica, pedagogica e  l’oratoria sufficiente alla predicazione!
Troppe volte, per questi motivi,  la capacità di auto osservazione dei maestri di meditazione è venuta  meno…..

Ho così pensato di capovolgere il punto di vista e di dare voce ad un praticante: un  ragazzo (quindi sesso maschile), di trent’anni. (Nelle prossime settimane pubblicherò una intervista simile in cui la protagonista sarà una praticante donna)

QUANDO HAI APPROCCIATO LA MEDITAZIONE?
QUALI LE MOTIVAZIONI DELL’AVVICINAMENTO AL BUDDHISMO?

La prima volta che provai a meditare fu alla Fiera Primavera di Genova con un gruppo di praticanti Yoga che avvicinava i passanti per farli provare.
Non ero molto convinto della loro pratica, ma ricordo bene la sensazione di leggerezza che provai nel lasciarmi andare e nel “concentrarmi” sul frastuono della fiera.
L’esperienza mi spinse a riprovarci e a cercare un gruppo che praticasse meditazione.
Sono sempre stato appassionato di filosofia ed esoterismo, conoscevo già il buddhismo e ne provavo grande rispetto; così cercai in rete chi potesse aiutarmi e ho incontrato te (Hae Myong) e i fantastici ragazzi del centro Chan Unidharma.
In altre vie di trascendenza la pratica è ammantata di mistero e di segreti, il che rende davvero difficile poterle praticare; la cosa che tutt’ora mi affascina del buddhismo è che non esistono segreti se non quelli della diretta esperienza; la via è chiara e, mi permetto di aggiungere, molto “spietata”!
Per la prima volta nella mia vita PRATICO una via, non mi fermo ai libri o alle speculazioni intellettuali.

COME CONCILI LA MEDITAZIONE CON LA VITA QUOTIDIANA?

Medito ogni qual volta mi è possibile.
Uso il metodo del Hua T’ou e questo mi permette di farlo mentre cammino, mentre aspetto, mentre mangio etc.
Cerco sempre di ritagliarmi un momento della giornata per fare meditazione seduta, preceduta dal ripetere i 4 Grandi Voti e magari un mantra.
Vorrei dedicarci più tempo, ho alti e bassi; il ritmo frenetico della vita porta sempre a fare “qualcos’altro”; a volte, quando decido di sedere, è come se il mio corpo spingesse nel farmi fare altre attività dicendomi: “vabbè, prima di meditare fai ancora quello, e poi ancora questo, e quell’altro ancora”.

COME CONCILI LA MEDITAZIONE CON LE RELAZIONI INTERPERSONALI?

Ci sono dei contesti dove rimanere consapevoli e riflessivi è molto difficile, in primis quello del lavoro. Ho notato che nelle situazioni difficili è molto interessante essere “osservatori di se stessi”;
se io reagisco male a qualche situazione lo “noto” e lo lascio andare.
A volte è capitato che dopo aver notato una reazione interna, la lasciassi andare prima che “esplodesse” in una reazione esterna.
Tutto questo però lo ricerco nella maniera più naturale possibile, non è uno sforzo intellettuale e infatti sono molte le volte che mi dimentico completamente della pratica.

QUALE IMMAGINE MENTALE AVEVI E HAI DEL BUDDHISMO?

Prima pensavo che il buddhista cercasse di sedere il più a lungo possibile cercando di entrare in stati meditativi sempre più profondi; un pò come se cercasse di fuggire dal Samsara e dalla sofferenza corporea con la meditazione e l’isolamento.
Pensavo che l’illuminazione fosse il risveglio alla conoscenza di tutto l’universo sia macro che microscopico, che questo donasse una pace e una serenità tali da poter “abbandonare” il corpo senza dover più soffrire.
In un certo senso credevo che il Samsara fosse il corpo e la materia stessa.
Ora penso che il buddhismo sia la via che porti al “reale” vivendo il “reale”, che faccia
cadere il velo delle illusioni.
Non è ottenere la conoscenza del tutto, ma è ESSERE il tutto.
Non si riceve e non si ottiene niente, ma ci si rende conto di (non) ESSERE.
Il bello è che mentre scrivo e rileggo queste righe, mi rendo conto che forse non c’è tutta questa differenza tra le due visioni, forse l’ho solo scritta e intesa in due maniere differenti e che probabilmente fra 10 minuti, scriverei una terza visione ancora!

E DELLO ZEN?

Lo zen l’ho sempre associato alle arti giapponesi come quella del tiro con l’arco o la disposizione dei fiori, dove si ricerca la perfezione dello spirito attraverso la ricerca di un gesto perfetto.
Una sorta di purificazione tramite un’arte.
Sapevo anche delle storie “senza senso” zen, ma le abbinavo ad eremiti dalla grande saggezza che si
isolavano sulle montagne in attesa di ricevere qualcuno da “tormentare” con un koan.

COSA SUGGERISCI A CHI GUIDA GRUPPI DI MEDITAZIONE?

Gli suggerirei ma soprattutto augurerei di praticare sempre come apprendisti, di confrontarsi sempre con le persone e realtà, anche di culture e tradizioni differenti.
Consiglio e soprattutto auguro di poter guidare e praticare ogni giorno con lo stesso entusiasmo e stupore del primo giorno.
Gli auguro anche di avere infinita pazienza.

COSA SUGGERISCI AI MAESTRI BUDDHISTI?

Gli suggerirei ma soprattutto augurerei di praticare sempre come apprendisti, di confrontarsi sempre con le persone e realtà, anche di culture e tradizioni differenti.
Consiglio e soprattutto auguro di poter guidare e praticare ogni giorno con lo stesso entusiasmo
e stupore del primo giorno.
Non è un errore, l’ho ripetuto apposta, ma aggiungerei: la parola “Maestro” può essere un fardello pesantissimo; per me il maestro per eccellenza era il “maestro Michele” che avevo alle elementari: era il maestro e questo non si discuteva, ma si divertiva con noi, era uno di noi, cercava di trasmettere le meraviglie che insegnava perchè ne era lui stesso meravigliato e non risparmiava mai un incoraggiamento.
Ci vuole tantissima pazienza e amore per questo ruolo e di questo li ringrazio tutti infinitamente.

Hae Myong

Hae Myong
Inizia a studiare da autodidatta il Taoismo cinese nel 2004 e presto si avvicina allo studio della cultura zen e buddhista.
Nel 2006 inizia a praticare presso l’Associazione “Bodhidharma” di Lerici del monaco buddhista Tae Hye Sunim, di ordinazione coreana e birmana, una sorta di pratica che accoglie aspetti della tradizione Theravada e della tradizione Mahayana del Buddhismo.

Per alcuni anni guida anche le pratiche del gruppo genovese di tale comunita’ religiosa presso i locali dell’Associazione “UnSoloCielo” in via San Lorenzo a Genova.

Nel 2009 riceve a Seoul dal monaco Tae Hye Sunim i cinque precetti Buddhisti e assume il nome di Dharma di Mu Mun.

Nel 2009 risiede per alcune settimane in Corea presso i principali templi dell’Ordine Jogye. Nel 2010 e 2012 visita alcuni templi in Thailandia.

Nel 2014 inizia a studiare presso l’Institute for Buddhist Studies USA (IBS) dell’Ordine coreano zen Taego-jong affiliato con Dong Bang College of Korea.

Nel 2015 partecipa ad alcuni ritiri spirituali organizzati dall’Ordine Taego in USA.

Nel 2016 riceve il diploma dall’IBS dopo aver terminato i due anni di studi ed aver superato tutti gli esami e la tesi finale.

Nel 2017 riceve i precetti del Bodhisattva presso l’Associazione Bodhidharma in Lerici.

Nel 2018 viene ordinato in Polonia Dharma Teacher dall’Ordine Taego-jong e riceve il nome di Dharma di Reverendo Hae Myong.

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