Pelle di Donna

La leggenda narra di un’isola lontana, aspra terra del nord dalle acque tumultuose; terra Madre di una giovane donna innamorata, giovane donna delle profondità dei mari.

Lei sognava l’amore e ha lasciato le onde, lei che gli ha creduto, lui che diceva di amarla.
Le ha portato via la libertà nascondendole sé stessa. Lei non si vedeva più, non si riconosceva.
Lui era il suo specchio, le sue gambe e i suoi occhi.
Portandole via la sua pelle, lei vedeva solo quel mondo che lui le descriveva.
Non è dato sapere perché una donna rinunci a sé stessa, eppure accade.
Donne di potere, donne guerriere, donne capaci di epiche imprese che depongono armi e scudo, chiudono i loro cavalli scalpitanti dentro ai recinti e si lasciano limitare dentro muri di mattoni. Lentamente, quasi senza sintomi, perdono le forze.

Si spengono, abbruttiscono; la loro volontà si raffredda, il loro fuoco si estingue.
Sognano le onde, ma si svegliano in letti aridi. Benedetto sia quel dolore, di buon presagio siano quei sogni.
Il mare le chiama, la libertà le pretende.
Alla donna foca non resta che darsi alle acque, oppure morire.

La Libertà è il Sé, il Sé è la Libertà. Libere o spente; non c’è via di mezzo.

Scegliere il mare della conoscenza o inaridire sulle rive di qualcun altro. Presto o tardi il richiamo del Sé urla il loro nome e devono tornare.
La leggenda racconta che, non importa se c’è caldo o freddo; se ti alzi dalla roccia e lasci una piccola impronta bagnata, nelle tue vene scorre sangue di Selkie.
Spogliati da quello che non sei, indossa la tua vera pelle e tuffati nel mare della libertà creativa.

Il mito e archetipo delle Selkie, Donna Foca, ci dona un punto di vista totalmente in accordo con il potere del femminile sacro e autentico, sulla pericolosità di una vita senza fuoco creativo; il quale può ardere solo se si è libere da condizionamenti patriarcali.

Enrica

ENRICA ZERBIN nasce il 1 ottobre del 1973 a Adria (Rovigo) tra campagna, mare e il delta del fiume Po. Figlia di pescatori e agricoltori i quali le hanno insegnato il rispetto per la natura, i suoi cicli e, contemporaneamente , il rispetto verso le persone.
Nel dicembre del 2015 esordisce col suo primo romanzo: Tu mi hai salvato la Vita, edito da Cinquemarzo: una storia sull’importanza degli avi e la saggezza degli anziani, dell’amore nato in circostanze impensabili, ma soprattutto una narrazione capace di sensibilizzare sull’importanza della donazione del midollo.
Tra il 2016 e 2017 vince alcuni piccoli concorsi letterari con i racconti brevi: Mister Green Hat, I racconti del Fiume e ll Signor Senza Nome, storie sul cambiamento e sull’incontro col proprio Sé. Ricercatrice e studiosa del mito greco e norreno, della simbologia di varie culture, degli archetipi, del femminile sacro e della Grande Dea fino allo sciamanesimo.
Si interessa ai tarocchi e alle rune come strumento di indagine interiore.
Femminista attiva sulle pari opportunità, e sulla sensibilizzazione necessaria al problema della violenza.
Con questo intento ha scritto un importante articolo per l’associazione UDI di Ferrara intervistando una donna Nigeriana, per raccontare l’orrore del suo viaggio; dalla Nigeria, lungo il deserto del Ciad, l’orrore libico fino al suo arrivo in Sicilia.
A breve uscirà la sua seconda opera: “La Danza Del Seme Selvaggio”, avventurosa storia di due donne in viaggio tra boschi di montagna, con la sola guida di una mappa disegnata da una vecchia strega.
Nelle sue opere al femminile, sottolinea l’importanza del viaggio, che sia mistico o fisico per superare i limiti imposti da società e credenze sbagliate a cui la donna ha dovuto sottostare per secoli.
“Le storie sono ovunque. Il vento, poi, le soffia nei pensieri. Vorrei librarmi in volo per afferrarle e poterle raccontare.”

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