Occupo lo Spazio e Guarisco…

Mentre il ciclo delle stagioni si muove attraverso il mistero e il bagliore delle giornate, riempiendo tramonti e albe infinite, ho compreso la bellezza di occupare lo spazio nella mia più totale immobilità.

Per me sono giorni di grande dolore fisico, il mio corpo in questo periodo mi ha chiesto una tregua, mettendomi in una condizione d’immobilità. È una dura prova che affronto in totale ascolto.

Mi guardo e verso tenerezza sui questi momenti passati, fatti di sottili inadeguatezze, quante storie mi sono raccontata pur di andare avanti nonostante il mio corpo mi chiedesse una pausa.
Adesso cerco di amarmi dolcemente, in gentilezza, di avvolgere quella parte di me che sta imparando a navigare nel dolore e nella curiosità.Ogni giorno mi ripeto che non sono in guerra con la mia vulnerabilità, che devo essere compassionevole verso questa sfida e verso quelle pareti che, piano piano, ad una ad una, stanno crollando.

Lascio il posto alla morbidezza, sono tutti tentavi buoni per sentirmi incarnata, radicata, l’intimità è un rituale, la fiducia il suo santuario.
Non devo più imparare a gestire per forza le risposte, devo solo lasciare andare, dandomi il permesso di avere limiti, di essere accolta, anche nelle mie fragilità.

Delle volte mi sento più al sicuro ad essere piccola, lasciando spazi pieni di silenzi.
Vuoti dove posso espandere l’esperienza, cercando estensione e contrazione, entrambi presenti nel mio processo di guarigione.
Non scappo da questa autenticità, anche se la trovo ai bordi e non al centro di me stessa.
Sento battere quei confini che perdono, piano piano, il controllo.

Ho amato me stessa anche facendo passi falsi, con eroi imperfetti o meno brillanti, ma pur sempre degni di rispetto, per il transito e l’esperienza che adesso mi stanno offrendo.

Occupo spazio ora, e mi lascio curare, sto attraversando la strada del trauma in tutte le sue forme di guarigione, perché non posso fare a meno che avere compassione per me stessa, mostrandomi imperfetta, con il cuore in cerca di forma, dal dolore alla brillantezza, tra preoccupazione e gioia.

È così che sto guarendo, occupando Spazio Sacro…

Carla

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Carla Babudri ha inizialmente studiato le Astrologiche Classiche e in seguito approfondito la corrente umanistica/psicologica integrando gli studi legati al Karma.

Nel 2004 decide di studiare astrologia e ad approfondire  argomenti spirituali indirizzandosi verso il Culto della Dea creando l’Arche – astrologia  che la vede coinvolta in una ricerca di consapevolezza sempre più profonda, diventando cosi un counselor Astrologico, centrato sul mondo della Psicologia degli archetipi.

Nel 2008 completa gli studi di Astrologia Karmica con il Maestro Karun, maestro italo/indiano di astrologia Indiana, astrologia tibetana.

Nel 2009 incomincia la sua ricerca su Ofiuco e inizia il suo libro sul tredicesimo segno.

Nel 2010 diventa operatore di Theta Healing;

Nel 2010 intraprende i suoi studi nel mondo Tantrico/Taoistico, accedendo cosi ai sacri misteri del Sacro Femminile- Sacro Maschile

Nel 2017 crea e fonda il Tempio di Jada, una visione nuova sul sacro femminile e sacro maschile, tutto ripreso dagli studi e dalla esperienza con il mondo taoistico/tantrico.

Ha pubblicato due libri di poesie incentrate sul percorso di crescita individuale e la scoperta del sé.

Conduce gruppi di meditazioni e visualizzazioni guidate verso il potenziale Femminile e armonizzazione con i cicli naturali di Madre Terra, seguendo la corrente filosofica della “Cammino della Dea”.
Amante della fotografia. Ha scritto articoli per la rivista L’iniziazione e per diversi blog.

MAGGIORI INFO: www.storiadiunapoesia.it

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