Lilith è la notte, la Madre Oscura, la Luna Nera

È dissolvenza di ogni forma su tutti i livelli, che confluisce in un vuoto incommensurabile, uno spazio di coscienza che chiede di essere vissuto in totale immersione, non visto bensì percepito angosciosamente.

Se la Luna è ombra, Lilith è la tenebra che non può essere illuminata poiché si trova sempre nascosta alle sue mutevoli spalle; accoccolata in una voragine latente in quanto non manifestata e, appena prima, nemmeno creata.

Luce Nera, la chiama lo storico orientalista H.Corbin.

Archetipo di un femminile guerriero che lotta per imporsi, per affermarsi oppure per riscattarsi da una ferita che lacera le profondità dell’anima, Lilith vive di corpo e carne, esprimendosi attraverso una sessualità che non ammette sottomissioni e che è una forza potente che apre un varco verso il divino.

Vivere la propria Lilith, riconoscendola come parte dell’identità femminile, è dunque un’esperienza d’amore che trascina fuori dal sé e dal conosciuto per condurre all’estasi del mistero.

Lilith, in qualità di prima moglie di Adamo, rappresenta l’aspetto demoniaco di Eva e funge da allegoria di un femminile scomodo, da ripudiare, secondo la visione religiosa e sociale patricentrica.

La sua invisibilità è però mera chimera, poiché Lilith, la non addomesticabile, grida dall’ombra.

Scrive E. Fossi:
La Grande Madre (fu) viva per millenni finché la spada maschile non la frantumò, spingendola nell’ombra… si nascose… nelle stelle… si nascose nei frammenti di sé stessa…

Miria

Miria Tondi

Donna di luce e d’ombra, sono studiosa e ricercatrice del sé, del simbolismo, degli archetipi e delle arti magiche da 25 anni.

Leggo i Tarocchi, il Tema Natale Astrologico e altri tipi di carte decodificandone il linguaggio arcano e sollevando il velo sul sapere ancestrale contenuto in queste discipline.

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