Il Sole Madre

Nella lingua italiana il sole è di genere maschile. Secondo la nostra cultura è un indiscusso archetipo del maschile e nel nostro immaginario collettivo peschiamo subito il mito greco del dio Apollo e il Sol Invictus degli antichi romani.

Eppure in tedesco è il contrario: il sole è di genere femminile e la luna maschile e questa connotazione di genere ha il suo perché. Se andiamo indietro nel tempo, tanto indietro, più indietro della civiltà greca, scopriamo che tante divinità solari erano femminili e tante divinità lunari erano maschili. Ve ne nomino soltanto due di mia conoscenza: l’irlandese Aine, dea del sole, della fertilità e della sovranità intesa, guardacaso, come potere personale, il potere del femminile nella sua interezza. E la giapponese Amaterasu, il sole che sorge, tuttora celebrata in patria.
Non aggiungo altro perché, a dire il vero, i miti non li so raccontare. Ad un certo punto perdo il filo e non so più chi è figlio di chi e chi ha generato chi!
Pazienza, nessuno è perfetto… Ma quello che in fondo ci tengo a sottolineare, al di là dei miti, è che il sole non brilla soltanto lassù, nel cielo, ma una sfera pulsante di energia esiste anche nel centro profondo della terra. Questo è simbolicamente importante per noi donne.

Sì certo, che gli uomini possano riconoscere il lato lunare del maschile è una grande e auspicabile conquista, ma intanto consideriamo quello che possiamo fare noi: riconoscere l’originaria natura femminile del sole invisibile al centro di ognuno di noi. Riconoscerlo non è un atto razionale e neppure di buona volontà. È un’esperienza che ci dà la possibilità di affermare il proprio valore di donna in autonomia, senza aspettare la convalida di uno sguardo maschile, il più delle volte patriarcale, che consideriamo assolutamente necessario per non sentirci mancanti. Con questo, naturalmente, non voglio dire che non abbiamo bisogno di nessuno, anzi. Abbiamo bisogno gli uni degli altri, ma ognuno di noi è un intero e non la metà dell’altro. E questo è rivoluzionario perché cancella qualunque sforzo di essere in un certo modo e di volere l’altro in un certo modo.

Il sole interiore è tante cose insieme: impronta originalissima, natura profonda, amore integro sempre disponibile, energia creativa che in natura dà frutto e ci nutre proprio come l’energia della Madre. L’energia del sole che sorge dopo aver incontrato la luna nell’oscurità della notte, il potere di viaggiare tra mondo visibile e invisibile ovvero tra mondo esterno ed interiorità.

L’archetipo della Madre lo incontriamo tutti i mesi durante i giorni dell’ovulazione e poi, dopo la menopausa possiamo attingervi in qualunque momento. Energia nutriente e curativa, a disposizione di tutti.
Ma siamo sempre a nostro agio dentro questa energia? O rischiamo di fare troppo piegandola alle regole di una società che se potesse spremerebbe anche il sole?

 

Nel webinar “Il Sole Madre” del 23 giugno, pochi giorni dopo il solstizio, scopriremo qualcosa di più sul nostro personale sole interiore. Ed entreremo in contatto con l’energia della Madre e i suoi doni per comprendere come utilizzarli al meglio e non lasciarci sopraffare.

Per iscriverti clicca qui: IL SOLE MADRE

Annalisa

Annalisa Borghese

Sono una counselor in psicosintesi che io traduco come “allenatrice emotiva”.
In concreto alleno le persone a scoprire la ricchezza del proprio mondo interiore e a prendersene cura. Lì stanno le potenzialità, ciò che di luminoso non abbiamo ancora espresso, trattenute da emozioni ingombranti che facciamo fatica a gestire.
Lì si trova la chiave del nostro personale benessere.

Ho sempre mantenuto un occhio di riguardo per il punto di vista femminile e mie maestre sono state Alexandra Pope, DeAnna L’am, Miranda Gray e Carla Gianotti.
Il mio obiettivo oggi è invitare le donne a incontrare quel femminile profondo che appartiene a ciascuna di noi, iscritto nel ciclo mestruale e non mediato dalla cultura patriarcale.

Favorire in loro la pratica consapevole dell’energia ciclica femminile per ritrovare il proprio passo oltre i condizionamenti di un modello culturale che nega le energie primigenie del Femminile e del Maschile.

E oggi più che mai abbiamo bisogno di entrambe per trasformare la cultura della sopraffazione e realizzare pienamente la nostra personale umanità.
Sono diversi gli approcci all’energia ciclica e io prediligo percorsi in cui la profondità del lavoro interiore non è mai disgiunta dalla concretezza. Il ciclo mestruale, infatti, può essere una sorta di ancoraggio che ci aiuta a restare radicate, cioè con i piedi ben piantati per terra, sia pure con lo sguardo alla luna e quindi all’immensità del cielo e della vita.

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