I Pensieri sono Energia che Crea
Estratto dal Libro: L’Anima nel Corpo
Da quanto detto fino ad ora è più che evidente considerare che la nostra mente con i suoi pensieri ha il potere di creare la nostra realtà. Questo semplice assunto ci apre tutta una serie di prolifici scenari, sia a livello teorico che di crescita personale.
Si può dire che questo sia sostanzialmente uno degli assunti-base del mio modo di lavorare: se voglio davvero aiutare una persona a evolvere dovrò necessariamente agire sulle sue credenze.
E tra poco vedremo perché. E capiremo che tanti bei discorsi che agiscono solo sul piano razionale dell’uomo sono totalmente inutili e improduttivi se si vuole davvero guidare una persona verso la sua evoluzione.
Cambiare i pensieri vuol dire modificare le percezioni, quindi le azioni, ma anche, in parallelo, la propria chimica corporea, agendo quindi indirettamente su salute e malattia. Si, anche salute e malattia.
Perché noi pensiamo che le nostre credenze siano qualcosa di immateriale, che come tale non hanno alcuna concretezza. Ma non è così: le relazioni mente-corpo viste in precedenza, dalla PNEI all’Epigenetica, ci mostrano che tutto ciò che è mente è anche corpo e viceversa: e come tale anche le credenze.
Tutto ciò che avviene nella mente si manifesta concretamente con segnali tangibili nel corpo.
Se nelle credenze e convinzioni ci percepiamo come malati, il cervello registrerà questo messaggio e creerà una realtà fisica coerente con queste credenze.
Al contrario, se le cellule trasmettono un segnale di salute e benessere, il cervello lavorerà perché questo diventi concreto. Lo dimostrano in modo inequivocabile i casi di persone che, colpite da tumore, aumentano di molto le loro probabilità di guarigione se il loro atteggiamento è positivo e fiducioso.
Secondo Bruce Lipton è necessario far capire alle persone che modificare i loro pensieri e le loro credenze è indispensabile al proprio benessere e ci suggerisce di insegnare anche ai nostri bambini, già prima dei sei/sette anni che questo è possibile e che, cambiando i nostri pensieri, possiamo agire anche su salute e malattia. “Ma io
voglio guarire con tutto me stesso, perché non guarisco allora?”.
Questa è la domanda che mi viene rivolta più spesso e che apre, a catena, l’altra grande questione che spiega il 90% dei nostri esiti: che la volontà, razionalmente intesa, non conta di per sé un bel niente. Vediamo di capire perché.
La prima cosa da tenere presente è che la nostra struttura psichica è assai complessa.
Di questa complessità noi conosciamo solo una piccolissima parte, quella del funzionamento cognitivo e razionale: il ragionamento, la memoria, la percezione ecc.
Ma noi sappiamo che solo il 10% della nostra psiche è razionale?
E quanto crediamo che conti, nei fatti, quel 10% nelle decisioni, nella volontà, nella pianificazione e controllo della nostra vita?
I progressi scientifici, dall’era dei Lumi fino a noi, ci hanno portato a credere nel grande potere del cervello razionale: e certo questo in parte è vero. Ma si è fatto nel modo sbagliato.
Ci siamo illusi di poter controllare il nostro mondo interno, e illuminismo e positivismo hanno sancito il potere della ragione sugli istinti e della volontà sulla vita dell’uomo.
Da questa stessa branca hanno preso le mosse anche tutte quelle correnti (soprattutto americane) della psicologia motivazionale, secondo cui la volontà, la determinazione e la tenacia permettono all’uomo di arrivare e ottenere ciò che vuole: successo, performance e raggiungimento degli obiettivi.
Ma stanno davvero così le cose? La risposta è No!
Negli scaffali delle librerie fioccano a profusione libri di motivatori che ti insegnano come raggiungere gli obiettivi e abbattere qualsiasi ostacolo verso la meta. Ma ahimè, spesso questo è proprio ciò che, paradossalmente, alimenta la disistima e la frustrazione. Se è davvero sufficiente esercitare la volontà, potenziare le risorse, allenare la mente al successo, perché è pieno di persone che non raggiungono i propri obiettivi, personali o di carriera?
Perché è pieno di persone che falliscono una dieta? O che non riescono a uscire da una dipendenza? “Volere è potere”. La lapidaria sentenza ben illustra uno dei più radicali luoghi comuni: che basta cioè mobilitare la forza di volontà per ottenere il successo.
Un’idea che ritorna in molti detti famosi: ”Volli, volli e fortissimamente volli” scriveva l’Alfieri.
E garantiva il Tommaseo “Nelle cose del mondo non è il sapere ma il volere che può”.
E, visto che siamo stati infarciti di queste false credenze, ammaestrati a credere che tutto ciò che si vuole si ottiene, ci siamo illusi che basti volere per raggiungere.
E così, se ad esempio una persona non riesce a seguire una dieta viene bollata come avente scarsa volontà. “Non ti stai impegnando abbastanza” si sentono dire. Eppure loro cercano di farlo. Si sforzano di seguire le prescrizioni. Ce
la mettono tutta. Ma ad un certo punto qualcosa dentro di loro ha il sopravvento e boicotta tutto l’impegno e i buoni propositi. Cos’è? Cattiva volontà? Un insufficiente impegno?
No, è quel 90% di irrazionale che è molto più forte e potente di qualsiasi nostro impegno.
Scopri il Libro
L’Anima nel Corpo

Chiara Pica, dott.ssa in psicologia con approccio Psicosomatico.
Fin dalle scuole superiori sviluppa la sua inclinazione per le tematiche legate alla psicologia. Durante gli ultimi anni universitari, allontanandosi progressivamente dalla mera dogmatica accademica, inizia ad esplorare in modo attivo i rapporti tra mente e corpo.
Dopo una profonda crisi personale, si avvicina ed integra ulteriori contenuti, spaziando tra le antiche filosofie orientali e le più moderne tecniche psico-energetiche. Rivoluziona grazie a questi elementi il suo modo di lavorare, andando oltre i concetti di “sostegno psicologico” o di “terapia” per elaborare il suo approccio come Evoluzione Interiore Psicosomatica, con il quale cerca di condurre le persone alla riscoperta del proprio vero Sé, al di là di credenze limitanti, schemi mentali depotenzianti, false identità, aspettative esterne, blocchi e paure.
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