Come la postura parla di noi
Estratto dal Libro: L’Anima nel Corpo
A questo punto andiamo oltre. Una volta appurato che:
1. È impossibile ricondurre determinati sintomi fisici a specifici tratti o
quadri di personalità;
2. Non è detto, in modo univoco, che determinati pattern di personalità si
esprimano NECESSARIAMENTE attraverso quel disturbo;
3. È improprio definire e scindere i disturbi in psicosomatici e non psicosomatici
(dato che tutto è psicosomatico);
diventa dunque necessario partire da una basilare considerazione: il fatto di essere una inscindibile unità tra mente e corpo si riflette già nel nostro aspetto esteriore, nella comunicazione non verbale, nella postura ecc.
Basti pensare a tal proposito agli studi sulle espressioni facciali o ancor di più agli studi sulla posturologia e il movimento. Ad esempio la bioenergetica ci dice che, in presenza di conflitti emotivi che immobilizzano
nell’indecisione, vedremo dall’esterno una persona bloccata, fissata in determinate posture rigide.
Infatti tutte le fissazioni e i conflitti emotivi irrisolti diventano strutture del corpo sotto forma di tensioni muscolari croniche, problemi di mobilità, dolori muscolari e osteoarticolari.
Il corpo, di fatto, svolge una importante funzione comunicativa: fin dall’inizio della vita esso è vissuto in relazione con l’altro e non come qualcosa di separato.
Ogni nostro gesto, ogni espressione, compresi l’immobilità o il silenzio, assumono in un determinato contesto il loro significato.
Ma c’è di più. È risaputo che la postura che assumiamo influenza l’umore, così come è vera la relazione inversa: stress, ansia, depressione ed altre condizioni psicologiche incidono fortemente sulla postura.
Questo avviene tramite la contrazione dei muscoli flessori che portano a inarcare la schiena e a chiudere le spalle. Inoltre portano a incassare la cassa toracica e quindi a comprimere il cuore: ecco perché chi soffre di ansia, depressione, panico ecc avverte spesso la nota sensazione di oppressione al petto e mancanza di respiro (“mi manca l’aria”; “respiro e respiro ma sembra sempre che l’aria non entri”; “sento come un peso che mi si siede sul petto” ecc…) e di conseguenza iper-ventilazione e accelerazione del battito cardiaco.
Insomma, i nostri stati d’animo hanno un pesante effetto sulla nostra postura che come un boomerang inciderà
ancora una volta sulla nostra emotività. In questo senso il rapporto è pienamente bidirezionale in un circuito a feedback e retroazione: l’ansia e affini portano la postura a modificarsi nel modo che abbiamo detto e la postura protratta a lungo porta a un’iper-produzione di ormoni dello stress.
Ovviamente non si tratta solo di mere teorie campate in aria: stando a uno studio pubblicato sul numero di giugno 2015 (volume 34) dell’Heath Psychology e riportato dall’American Psychological Association, il modo in cui sviluppiamo e organizziamo i nostri muscoli incide fortemente sul nostro umore fino a innescare pensieri depressivi. I ricercatori hanno studiato gli effetti di una postura corretta e una postura accasciata con spalle chiuse e schiena inarcata. Lo studio ha esaminato gli effetti della postura sul cuore e sulla mente di 74 persone alle quali è
stata assegnata una postura.
I ricercatori hanno monitorato parametri come pressione sanguigna, battito cardiaco, livello di stress, emozioni e autostima. Tutti i partecipanti al test ai quali era stato assegnato il compito di mantenere una posizione eretta riferivano umore alto, livelli di energia elevati e maggiore autostima. Al contrario, coloro a cui era stato detto
di tenere i muscoli contratti con schiena inarcata e spalle chiuse, riferivano pensieri tristi, sensazioni di noia, emozioni negative e in alcuni casi anche fobia sociale e ansia.
Quindi la postura è in grado di influenzare la percezione della propria autostima e a sua volta l’autostima influenza la postura: la ricerca, della Marshall University in California, condotta da Vanessa K. Bohns e Scott S. Wiltermuth e pubblicata sul Journal of Experimental Social Psychology, ipotizza che mantenere la testa alta e le spalle dritte
conduce a un maggior benessere psicologico e a una visione più positiva e sicura di noi stessi nel rapporto con gli altri. Lo studio ha messo in evidenza come il rilascio di testosterone, nelle situazioni in cui si ha una postura aperta, sia maggiore e come questo sia in rapporto con una significativa riduzione del cortisolo, l’ormone dello stress,
rendendo così una situazione spiacevole meno dolorosa e più tollerabile.
È una cosa che ho verificato io stessa con i miei pazienti: se è vero che è ho notato chiaramente come la postura dei miei pazienti con ansia, fobia sociale o scarsa autostima sia solitamente più curva, incassata e con tendenza a tenere lo sguardo in basso, è anche vero che dare loro il compito di tenere invece una postura eretta, con apertura del petto e sguardo dritto, li aiuta a modificare la percezione di sé.
Scopri il Libro
L’Anima nel Corpo

Chiara Pica, dott.ssa in psicologia con approccio Psicosomatico.
Fin dalle scuole superiori sviluppa la sua inclinazione per le tematiche legate alla psicologia. Durante gli ultimi anni universitari, allontanandosi progressivamente dalla mera dogmatica accademica, inizia ad esplorare in modo attivo i rapporti tra mente e corpo.
Dopo una profonda crisi personale, si avvicina ed integra ulteriori contenuti, spaziando tra le antiche filosofie orientali e le più moderne tecniche psico-energetiche. Rivoluziona grazie a questi elementi il suo modo di lavorare, andando oltre i concetti di “sostegno psicologico” o di “terapia” per elaborare il suo approccio come Evoluzione Interiore Psicosomatica, con il quale cerca di condurre le persone alla riscoperta del proprio vero Sé, al di là di credenze limitanti, schemi mentali depotenzianti, false identità, aspettative esterne, blocchi e paure.