I Doni della nostra Ombra

Recentemente ho partecipato al seminario di Igor Sibaldi  L’Ombra e la sua funzione” che ha scatenato in me una serie di collegamenti e di eventi che hanno sbloccato gran parte degli ingranaggi stagnanti della mia vita.
Ma procediamo con ordine, il tema dell’ombra torna spesso nella mia quotidianità (sono certa non solo nella mia), l’ombra mi si staglia davanti, allungata, goffa o distorta ed è come quella di Peter Pan: si muove da sola, si stacca, improvvisa un ballo e produce in me, fin da piccola, una gran dose di confusione.
Da bambina a volte era terrorizzante quella presenza e l’unico modo per sfuggirvi era rannicchiarsi sotto le coperte senza lasciare un centimetro fuori, soprattutto non lasciare i piedi fuori…
laddove finiscono loro nasce lei….non si ha voglia di vederla di notte.
Con I maestri invisibili, sempre di Sibaldi, avevo già affrontato il tema delle ombre e all’epoca dell’uscita del libro per me il metodo proposto al suo interno era stato fondamentale, donandomi una base forte per affrontare poi quelli che sarebbero stati i miei primi viaggi sciamanici. Immergersi nelle oscure paure con i propri Maestri o con gli Animali di Potere è indubbiamente rassicurante. E’ come avere una corazza.
Ci si ritrova in un’isola protetta dove tutto può succedere, dove poter rivivere certi traumi ma sentendosi sempre protetti.
Alla fine al massimo batte un po’ più il cuore, ma si ha la possibilità di vivere un’esperienza che risulta essere un viaggio energetico e psichico di indubbio valore.L’ombra, però, una volta fuori dall’ambiente protetto, emerge senza tanto avvertire, non ha più forma di mostro, non è la presenza sotto il letto, è indefinita, non ha confini, è puro terrore proprio perché non si può arginare…

Ed ecco che mentre Igor con innata ironia e capacità logica, inizia a mostrarci il percorso dell’ombra, mi balza al cervello l’immagine dello specchio.

Accidenti, è là la mia paura, sono io la mia paura?
Non amo gli specchi, non amo le fotografie, non le ho mai amate è come se ci fosse qualcosa di nascosto in agguato, “quella non sono io” mi dico sempre.

Nei giorni seguenti al seminario mi è tornato in mente l’esame di psicologia, quando il professore Enzo Funari ci fece immergere nella figura del doppio in letteratura, come nel “Il Sosia di Dostojevskij“, dove il protagonista è beffato da un uomo del tutto simile a lui.
Ma ricordo anche qualche caso psicoanalitico, dove l’ombra era la malattia del paziente.
Ma l’ombra è sempre parte di noi… nessuna indagine psicoanalitica seria potrebbe scindere l’Ombra dall’essere, se no finiremmo come il protagonista  dell fiaba di  Adelbert von Chamisso, (Storia straordinaria di Peter Schlemihl ) che viene allontanato da tutti perché non ha ombra e provoca persino disgusto.
In effetti, aggirarci per la strada senza la nostra ombra dovrebbe essere terribile, un brutto incubo.  Ma nel buio non ce ne accorgeremmo, nel buio l’ombra non c’è, … è libera, è in pace non ha nulla da fare, forse di notte gioca e danza come la morte nei dipinti medioevali…

Insomma vivo settimane a ricordarmi tutto ciò che avevo letto sull’ombra, per poi collegarlo, dallo yin alla yang taoista, alla presenza dei voladores tolteco/castanediani, ai demoni buddisti, ai daimon di Queste oscure materie di Pullman… ed arrivo a pensare che l’ombra è la nostra migliore amica quando iniziamo a prendere spiritualmente ed energeticamente consapevolezza della morte.
Tutti i percorsi buddisti portano a questa strada.
La morte è fondamentale così come sono fondamentali i giorni di accompagnamento dei propri cari, non due, non tre, 40 e passa. Un tempo importante…
Si dice nella loro tradizione spirituale ma anche in molte altre esoteriche, che si nasca solo per imparare a morire…
Ma torniamo un attimo al seminario di Igor che con sapienza ci introduce al concetto di ombra come boicottatrice della nostra vita.
L’Ombra sa tutto di noi, ci fa fare brutte figure, ci fa fare scena muta quando dovremmo parlare, ci fa ammalare quando non vogliamo, e se qualche volta abbiamo qualche guizzo di creatività, ci taglia la strada per farci rientrare nella nostra zona di confort.
Insomma quest’ombra ci conosce così bene che ci anticipa pure…
D’altronde sta insieme a noi fin dall’infanzia, circa da quando abbiamo iniziato a parlare, a relazionarci con il mondo, quando abbiamo preso coscienza di esistere come separazione.L’Ombra è lo specchio in cui ci riflettiamo e che ci fa accorgere che esiste altro fuori dal sé, o forse ci illude che esista Altro…
In ogni caso, fin da piccoli, trauma dopo trauma, lei cresceva costringendoci a vivere in un angolo, togliendoci la possibilità di guardare tutto intorno a noi.
Chi conosce Igor sa che ama i disegnini, i cerchi in particolare, in quella occasione disegnò un bel cerchio che rappresenta il mondo come nostro vissuto e un puntino dentro, che siamo noi, e tanti altri tutti intorno rappresentanti i nostri traumi.
Si può così vedere come quel puntino, che siamo noi, non possa muoversi liberamente e che alla fine si trovi costretto a percorrere traiettorie sempre uguali. Inoltre non si volta, così non può più avere paura: non vede ombre, non vede traumi.

Però nel fantastico cerchio che è la nostra psiche/mondo non ci sono solo ombre o traumi ma anche i talenti, la creatività, la capacità di sorprendersi e cambiare strada e vivere altre vite, come facevamo da piccoli.
Quando avevamo tanta energia, tanta esuberanza ed anche se avevamo paura in certi momenti, ci bastava nascondersi, non farci vedere, e tutto passava.

Ma noi no, noi adulti siamo intelligenti e razionali: sappiamo che esiste la paura, sì, tutti abbiamo paura, della morte, del dolore, della malattia, cose fuori da noi ma che possono arrivare, ma è meglio non pensarci e percorrere la strada di ogni giorno, magari aiutandosi con qualche pastiglia o rifugiandosi in droghe più o meno legalizzate.
Magari frequentando gruppi di “consapevoli”, di belle anime, dove siamo tutti bravi perché i mostri e le ombre sono gli altri, sono sempre gli altri, sono sempre fuori, sono gli inconsapevoli, i creduloni, i cattivi, comunque sia sempre gli altri.

Tutti noi siamo così.
Tutti nessuno escluso è esente da questo contatto falsificato con l’Ombra e così lei si mostra ingannevole, beffarda, meschina e terrificante, ma anche volgare, lussuriosa o frigida e anaffettiva, che vince ogni volta che ci fa credere di essere fuori di noi….

Per questo associo l’Ombra alla Morte, nel mondo delle Ombre non c’è Ombra, nel mondo della Morte non c’è Morte, ma solo un profondo contatto con essa che diventa vitale.
Importantissimo quindi è immergersi in lei per non avere più paura.
Con la nostra parte psichica ed energetica dobbiamo prendere coraggio, ma non possiamo usare l’energia frammentata degli adulti che non hanno il coraggio di guardarsi intorno.
Dobbiamo recuperare ora più che mai, proprio in questi tempi, quella parte energetica che avevamo da piccoli, che era fortissima, che non temeva l’esplorazione del cerchio della vita, che correva senza sosta, senza timore di cadere, senza mai stancarsi, senza un domani, direbbero alcuni…
Sì, senza un domani ma solo nell’adesso creativo, dove con un gesto si aprono mondi e portali, dove con una formula si ferma il tempo.
E’ davvero importante trovare il coraggio…Non c’è più tempo…
Perché l’Ombra è il nostro daimon, il nostro demone, che una volta riconosciuto si trasforma in un prezioso alleato, citando il prodigioso lavoro Nutri i tuoi demoni di Tsultrim Allione  che in assoluto consiglio per poter affrontare seriamente e creativamente la propria zona nera.
 
 
Iniziato un percorso di riconoscimento dell’ombra/daimon improvvisamente tutti i talenti rimossi torneranno alla luce e saranno i regali più preziosi per vivere appieno il percorso a noi concesso, questa volta con libertà e attenzione.
Sarà come tornare giovani con la stessa vitalità e bellezza (spariscono pure le rughe ne son certa!): il più bel regalo che la vita che danza a braccetto con la morte può donare all’essere umano, consapevole da sempre del suo eterno destino.
Sì, lo so, non siamo immortali come gli dei,
ma forse siamo più creativi di loro…
 
Nicole

Fabrizia Nicoletta Gugliemino

Nasco da una famiglia di ricercatori teosofi che nella Sicilia degli anni settanta costruiscono un piccolo centro di ricerche filosofiche e spirituali interessante crocevia di tradizioni orientali ed esoteriche occidentali.
Apprendo da mia madre la tarologia e l’astrologia mentre osservo mio padre nella realizzazione di amuleti, rapita dal potere dei simboli che mi appaiono davanti come portali infiniti.
Ma il richiamo dell’Oriente è forte e fin dai vent’anni inizio a praticare yoga  e ad appassionarmi delle arti orientali finendo per seguire il percorso de I Ching e del Feng Shui.
Con la conoscenza del Tai Chi Chuan e del Chi Kung inizio a percepire la potente energia che abbiamo nel corpo e il segreto della sua direzione ma solo con lo sciamanismo, tibetano dapprima e tolteco dopo, riesco a dare un senso a tutte le pratiche assaggiate fino a quel momento.

Con un gruppo di appassionati di danza orientale, discipline bioenergetiche, medicina e alimentazione taoista fondiamo Tria Kentra associazione culturale umbra che promuove lo sviluppo del benessere psico fisico dell’uomo tramite la conoscenza energetica.

Le tecniche fisiche di armonizzazione energetica, le arti divinatorie come conoscenza del Sé, le tecniche tolteche che aprono soglie nell’ambito percettivo, la pittura, l’armonia fra uomo e ambiente sono ciò che adesso considero davvero la mia casa fisica e spirituale e mio desiderio è diffonderle.

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