Fermati. Aspetta. Ascolta. E intanto goditi il paesaggio…

Ci sono momenti così.
In cui c’è bisogno di non fare niente.
Il dovere di non fare niente.
O forse, il desiderio di non fare niente.
Come fossimo seduti in una panchina in mezzo al cielo stellato.
Non fare niente.
Nemmeno sapere, né scegliere.
Non fare niente.
Completamente immersi in un buio talmente buio, che pare vuoto.
In un vuoto così vuoto che non si vede niente.
Completamente al buio.
Ecco.
Ci sono momenti così.
In cui non si fa niente, ma si è tutto.
E con quel tutto ci si deve fare i conti.
Ne abbiamo il bisogno.

Che poi è l’attesa quella che ti riporta al centro. Al tuo centro.

A stare nel mezzo.

Alle volte, non vedi l’ora che passi velocemente e ti porti ciò che stai ardentemente aspettando.

Per accorgerti, in fondo, che l’attesa stessa sia da gustare. Fino all’ultimo istante.

E quasi sperare che trascorra lentamente.

L’attesa è fatta di sogni e anche di paure, di bianco e di nero, e delle infinite sfumature che ci stanno nel mezzo.

L’attesa è pienezza, è speranza.

L’attesa ti accende.

E ti accompagna a stare nel tuo sentire, in ascolto delle tue intuizioni, delle tue sensazioni. Ad avere occhi e cuore per riconoscere quali segnali sono disseminati lungo il tuo andare.

Totalmente aperta a ciò che la vita ha in serbo per te.

E allora, prova a farlo davvero.

Chiudi gli occhi e immaginati di essere seduta su una panchina. Nel bel mezzo di un cielo stellato.

In attesa.

Appoggia delicatamente le mani sul tuo cuore.

Inizia a sentire il suo battito.

A respirare al suo ritmo.

Profondamente e lentamente.

In attesa.

Senza aspettative, né pretese.

Che le aspettative sono cariche di illusioni e di attaccamenti, e finiscono per condizionarti, confonderti. Portandoti alle volte fuori strada.

Resta qui, semplicemente, in attesa.

Con gli occhi del cuore aperti, pronta ad accorgerti dei dei doni che la vita, nel suo essere infinitamente generosa e creativa, ha in serbo per te.

Per il tuo massimo Bene, nel più alto e migliore dei modi.

Invece di concentrarti sul risultato finale, pieno di aspettative, di proiezioni, di convinzioni. Di aspettative. Che finiscono per farti dimenticare che ciò che conta davvero è il viaggio.

Eppure basterebbe imparare a stare con ciò che c’è, qui, in questo momento, con i passi che stai compiendo, con la direzione che hai scelto di intraprendere, con i tuoi tentativi, le tue cadute e le tue risalite.

Stare qui. Con ciò che c’è, ora.

E lasciarti sorprendere.

Che poi, è facile confondere i sogni con le aspettative, le aspettative con i sogni.

Ma i sogni ti indicano la via che hai scelto di seguire in questo momento della tua vita. E li senti nel cuore, con il cuore.

Le aspettative, invece, sono quegli ideali di perfezione, spesso inarrivabili, frustranti.

Che rischiano di fuorviarti e di portarti fuori strada. E le senti nella mente, con la mente.

Le aspettative arrivano dalle tue convinzioni, dalle tue credenze, dai tuoi pregiudizi. I sogni dalle tue intuizioni. E da Te stessa.

E allora, qui seduta sulla panchina, in mezzo al cielo, mettiti in attesa.

Spera. E credi.

In Te stessa. E nella tue intuizioni.

Probabilmente hai ragione.

In spagnolo aspettare si dice “esperar”,
perché in fondo aspettare è anche sperare.
(Anonimo)

Margherita

Mi chiamo Margherita Rusconi.
Sono Donna e Madre. E anche Counselor Olistico.
 
Per anni ho lavorato, prima come assistente sociale e poi con ruoli di coordinamento, presso alcuni servizi sociali territoriali rivolti in particolare a minori e famiglie. Dopo la nascita della mia terza bimba, ho scelto di reinventarmi professionalmente fondendo le mie competenze in ambito sociale con la formazione olistica ed energetica.

Ecco, se dovessi ripensare ai momenti più importanti della mia vita, credo di poterli ricondurre innanzitutto alla nascita dei miei figli e all?esperienza di essere Madre. Come se in qualche modo la maternità avesse scandito le fasi evolutive più importanti della mia crescita personale, mettendo completamente in crisi l’identità che fino ad allora avevo costruito. Questa crisi, sfociata anche in concomitanza alla scoperta di un tumore al collo dell’utero, mi ha spinta ad intraprendere un percorso personale, formativo e di ricerca personale, che mi sta portando ogni giorno a svelare, persino a me stessa, ciò che IoSono, che ha mi ha portata a vedere le illusioni su cui avevo fondato la mia vita fino a quel momento. E a ripartire da me stessa, al di là delle mie ferite, assumendomi la piena responsabilità della mia vita, imparando a cogliere i segnali che pian piano la mia Anima mi stava rivelando.

E ciò che IoSono nasce dalla mia storia, e va oltre di essa, senza più imprigionarmi o limitarmi dalle ferite che ho vissuto. Ciò che IoSono è una ricerca costante legata al mio essere Madre e al mio essere Donna. Legata alla consapevolezza di essere molto di più di questo corpo fisico, che pensa e talvolta si permette di provare qualche emozione. Una ricerca legata all’energia femminile, in particolare rispetto alle ferite che il femminile si porta dietro. E legata alla sessualità e all’armonizzazione del principio maschile e femminile, prima di tutto in ciascuno di noi.

Attraverso parole, percorsi, trattamenti energetici e vibrazionali diversi, desidero accompagnare le persone che incontro, individualmente o in gruppo, a ripartire da se stesse, prendere in mano le redini della propria vita e farne una meraviglia. Un passo alla volta.

Permettendo loro di risplendere per la Luce che sono.

Sessioni e trattamenti offerti:

– Colloqui di consapevolezza

– Trattamenti energetici: reiki, massaggio spirituale del piede, Metodo I Misteri del Femminino per Uomini e Donne di Isabella Magdala

– Lettura dei Registri Akashici

– Theta Healing

– Consulenza Fiori di Bach

– Meditazione e Mindfulness

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