Cosa accade quando medito?

I primi tre articoli scritti per il blog hanno approfondito il tema degli ostacoli che ci impediscono di rendere lo stato meditativo una condizione ricorrente nella nostra vita quotidiana.

Il quarto articolo ha invece proposto spunti di approfondimento circa il metodo scientifico applicato alla vita quotidiana, in particolare di chi “vive” la meditazione.

In questo quinto intervento le due tematiche vengono in qualche modo “fuse”.

Cosa accade quando medito ovvero quando “semplicemente vivo” visto che meditare non significa fare una pratica qualunque?

Già leggere di “semplicemente vivo” un po’ ci mette a disagio: non siamo abituati a leggere o a sentire parlare di aspetti semplici ed essenziali collegati alla nostra esistenza, così come accade per chi scrive di meditazione..

Immagini accattivanti, messaggi subliminali della pubblicità, film romantici che ci fanno sognare: è difficile parlare di meditazione in una società come quella attuale e attrarre l’interesse delle persone!

Tuttavia nella vita di tutti i giorni e anche quando sediamo su un cuscino, magari in silenzio, per una sessione meditativa, qualcosa di straordinario accade ed e’ la straordinarietà della semplicità.

E per esplorare questa semplicità partiamo da un’analisi di tipo razionale, usando un metodo scientifico.

In ogni momento siamo esseri senzienti e godiamo della presenza di 5 organi sensoriali (occhi, orecchie, naso,lingua e corpo) più un sesto organo che nella tradizione buddhista e’ considerato la mente stessa.

Tali organi possiedono un proprio riferimento esterno cui sono connessi per natura: per gli occhi gli oggetti esterni, per il naso gli odori, per le orecchie il suono, per la lingua il gusto, per il corpo il tocco e per la mente gli “oggetti mentali” .

Ognuno di questi organi sensoriali provoca uno stato di consapevolezza ad esso connesso: consapevolezza visiva, uditiva, olfattiva, gustativa, fisica e della mente.

Quest’ultima e’ oggi di gran moda!

Si associa di tutto alla cosiddetta “mindfullness”!

Queste forme di consapevolezza non stanno da sole, in compartimenti stagni, ma trovano una loro “fusione”, entrano in contatto, continuamente.

Questi processi dinamici accadono ad esempio anche quando stiamo meditando.

Ed ecco il formarsi a livello della mente di pensieri, spesso condizionati da “circuiti neuronali” già formatesi nel tempo, emozioni, sentimenti e percezioni.

Tutte queste formazioni mentali hanno quindi un “innesco” fisiologico e sono tra loro interconnesse e interdipendenti.

Se dovessi rappresentarli graficamente userei il “loop” delle flow chart che sono state alla base dei primi linguaggi utilizzati dai PC!

Se questi fenomeni accadono e uno stato di “ignoranza” (inteso come assenza di consapevolezza) avvolge le nostre formazioni mentali allora nascono il desiderio, l’attaccamento, l’egoismo e l’aggressività e tanti altri stati d’animo e comportamenti.

In termini buddhisti questo comporta un karma negativo e un perseverare nel ciclo di rinascita e sofferenza.

La meditazione quindi e’ la porta attraverso cui passare per interrompere questo ennesimo “loop”.

Per alcuni il cartello che indica la direzione della porta e’ rappresentato dalla pratica zen o buddhista per altri altre pratiche, scuole filosofiche e tradizioni religiose o culturali.

Nessuno ha in mano il cerino della verità assoluta.

Arriviamo quindi al momento in cui decido di meditare.

Non nel modo tradizionale, stando seduto, in silenzio, magari da solo ma adesso, proprio mentre sto leggendo queste righe.

E’ difficile?

Forse no….chiudo gli occhi per qualche minuto…….i pensieri diventano più nitidi, magari penso a quello che ho letto o a cosa faro’ dopo…..non blocco subito tali formazioni mentali..le osservo….con dolcezza e gentilezza..le lascio scorrere per un po’….e poi passo ad ascoltare il respiro, l’aria che entra ed esce….la mente si calma…e adesso e’ il momento di fare un piccolo sforzo e di godere per qualche istante del fermarsi della gran parte del lavoro usuale della coscienza……

E non finisce qui!

Hae Myong

Hae Myong
Inizia a studiare da autodidatta il Taoismo cinese nel 2004 e presto si avvicina allo studio della cultura zen e buddhista.
Nel 2006 inizia a praticare presso l’Associazione “Bodhidharma” di Lerici del monaco buddhista Tae Hye Sunim, di ordinazione coreana e birmana, una sorta di pratica che accoglie aspetti della tradizione Theravada e della tradizione Mahayana del Buddhismo.

Per alcuni anni guida anche le pratiche del gruppo genovese di tale comunita’ religiosa presso i locali dell’Associazione “UnSoloCielo” in via San Lorenzo a Genova.

Nel 2009 riceve a Seoul dal monaco Tae Hye Sunim i cinque precetti Buddhisti e assume il nome di Dharma di Mu Mun.

Nel 2009 risiede per alcune settimane in Corea presso i principali templi dell’Ordine Jogye. Nel 2010 e 2012 visita alcuni templi in Thailandia.

Nel 2014 inizia a studiare presso l’Institute for Buddhist Studies USA (IBS) dell’Ordine coreano zen Taego-jong affiliato con Dong Bang College of Korea.

Nel 2015 partecipa ad alcuni ritiri spirituali organizzati dall’Ordine Taego in USA.

Nel 2016 riceve il diploma dall’IBS dopo aver terminato i due anni di studi ed aver superato tutti gli esami e la tesi finale.

Nel 2017 riceve i precetti del Bodhisattva presso l’Associazione Bodhidharma in Lerici.

Nel 2018 viene ordinato in Polonia Dharma Teacher dall’Ordine Taego-jong e riceve il nome di Dharma di Reverendo Hae Myong.

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