Ascoltare la nostra parte più fragile
C’è una parte dentro di noi che si sente vulnerabile, non vista, che ha paura di esprimersi, che ha paura di mettersi in relazione davvero con un altro, che ha bisogno di contatti empatici ma si vergogna del suo bisogno, che non si è mai sentita amata, che non ha mai ascoltato i suoi bisogni, perché si è sentita sbagliata a provarli, che ha paura di riconoscere i propri desideri, le proprie emozioni, la propria parte profonda, che si sente piccola fragile, in ombra, non vista, vulnerabile.
Questa parte a volta ci pesa, vorremmo non esistesse e cosi non ascoltiamo le sue necessità e i suoi desideri.
Abbiamo imparato a reprimere profondamente la nostra parte più piccola, infantile, le nostre necessità, i nostri bisogni, come se fossero di poca importanza.
Queste repressioni sono la causa delle emozioni potentissime che a volta ci colgono di sorpresa e ci travolgono, senza che riusciamo a comprenderle e contenerle.
Sono la causa anche della nostra insoddisfazione, del vuoto che sentiamo nell’anima, della nostra apatia, di quel velo di nostalgia e anche di depressione che ci accompagna.
Riteniamo che i nostri desideri siano inutili.
Riteniamo che la nostra parte fragile e bisognosa di attenzione sia un peso e la sottovalutiamo, non le diamo la giusta attenzione, il giusto spazio.
Ci lasciamo travolgere dagli eventi della vita, ci colpevolizziamo, ci sentiamo sempre sbagliati, in errore, la causa dei problemi nostri e anche degli altri.
Ci chiudiamo e, così facendo, non riusciamo più neanche a conoscere noi stessi, non riusciamo ad entrare neanche in contatto con gli altri.
Ci riduciamo a essere un groviglio di emozioni distorte e contorte, che non conosciamo, non vediamo, non ascoltiamo e reprimiamo, nascondiamo, accusiamo.
Come potremmo mai essere felici in questo modo?
Come potremo mai essere felici in questo modo?
Quelle emozioni creano la nostra realtà e noi, vedendola manifestata, ancora non riusciamo ad ascoltarci, ci limitiamo a vedere cosa creiamo, peraltro credendo che si crei fuori da noi, e a colpevolizzarci sempre di più, perché ci sembra che crolli tutto intorno a noi.
Più non riusciamo a fermarci e a mettere ordine dentro noi stessi e più quella realtà diventerà ingarbugliata, contorta, stretta e noi lì dentro, ci sentiremo sempre più piccoli, persi, impauriti, smarriti.
“Non si diventa illuminati immaginando scenari luminosi ma portando alla luce le proprie oscurità interiori” diceva Jung.
Le emozioni superiori collegano a stati di coscienza superiori, ma se la vita ci chiama nelle nostre profondità, se continua a spingerci lì, non ha senso immaginare figure di luce…
Probabilmente è da lì che dobbiamo passare, è lì che c’è un tesoro per noi, quello che andiamo cercando, affannandoci a non volerle ascoltare quelle emozioni.
Anche se fa male, anche se ci sembra che attraversandole troveremo la morte in qualche forma, anche se ci sembra un’ idea migliore lasciarle stare nascoste da qualche parte, anche se non volgiamo proprio guardare, è così che si fa.
Anche quando l’abbiamo già fatto, anche quando ci siamo passati sopra, velocemente, con la mente, con elaborazioni concettuali, per non sentirle sul serio…se non le ascolti fino in fondo dovrai ritornarci.
Anche se il dolore è stato così forte da farci ergere barriere spessissime, invalicabili, e anche se ritornare a sentirle fa male per lo stesso motivo, occorre farlo.
Anche se continua a fare male.
Anche se è più facile vedere colpevoli e spostare fuori la causa di quel dolore, è già dentro, da molto prima.
E’ l‘emozione la causa e può essere molto difficile individuarla, può essere difficile isolarle, in tutto quel groviglio.
La strada che porta ai piedi dell’Io è lunga, per questo motivo.
Può essere breve, ma sarà molto più intensa.
Non si muore, non crolla il mondo, non c’è nessuna tragedia pronta a travolgerci.
Si muore, diversamente, seguendo la via del non ascolto e della repressione, si muore lentamente, senza accorgersene.
E prima o poi il conto arriva comunque.
Vittoria
Scopri il mio libro: “25 come Picasso 21 come Dio“
Scopri Subito il Libro
© Naturagiusta 2019. Tutti i diritti riservati
Vittoria Cucciarrè Avvocato fuori, ricercatrice dentro. Segui la pagina facebook: Vittoria Cucciarrè – La via della Bellezza Contatti: veranikatraanimaedego@gmail.com
Il mio percorso di crescita personale e spirituale non è iniziato per mia scelta, è stato lui a scegliere me.
Non sono titolata, non ho frequentato corsi, non ho verità da rivelare.
Sono una persona curiosa, che ama ricercare, indagare, scoprire e farsi ancora domande.
Anzi, prima di amarlo, questo è quello che sono.
Non so nemmeno io dove sto andando, dove e se arriverò, non so neanche più se sto cercando qualcosa di definito.
Ma so che è quello che mi piace, che mi fa stare bene e che ha rivoluzionato e migliorato la mia vita.