Hai mai rincorso qualcuno? Ti sei mai data da fare “troppo”?
Hai mai avuto la sensazione di fare tanto e di ricevere in cambio poco? …di strafare…
Chi non si è sentita così nella sua vita… cerco sempre io, mi do un sacco da fare, do molto di più di ricevere…chissà come fanno quelle che hanno tutto, e non fanno fatica per ottenerlo. Che rabbia…io arrivo stremata alla fine della giornata e ho la sensazione di avere un pugno di sabbia tra le mani, sabbia che scivola via tra le dita e mi lascia amarezza e vuoto… Mi sono sempre dovuta dare da fare “di più”. Lottare senza sosta per raggiungere i miei obiettivi, ma sempre con quella sensazione di fare tanto, troppo… per giungere alla fine sfinita, sfibrata…e spingere, forzare, cercare, non poter mollare mai…rincorrere. In amore, nel lavoro, nella vita.
Chi stai rincorrendo? Chi rincorrevi da piccola? Chi avevi paura di perdere?
Quella maledetta paura di perdere, di non avere se…non facevi in un certo modo. Se non ti davi da fare più degli altri, se non mollavi mai. Come se qualcuno ti avesse detto che solo così avresti potuto ottenere dei risultati. Senza tregua, senza tirare il fiato. Di fondo con la paura di rimanere sola con un pugno di mosche in mano. Mai sentito di poter sedurre…così, semplicemente. Sedurre la vita. Provato a lasciare che le cose fluissero, che la vita ti si mostrasse, ti potesse sorprendere. Incompatibile. Se fai un passo di troppo, l’altro si tira indietro. Non crei spazio, quello spazio di possibilità perché l’altro (universo che sia, micro o macro) possa incontrarti. Un equilibrio delicato, nella vita, nelle relazioni e nell’universo.
Già cara crocerossina che ti affanni da sempre a prenderti cura di, che sopporti, alla quale va quasi sempre bene tutto, che ingoi bisogni e sogni. Che sei sempre prodiga di ascolto e di farti in quattro. Che soprattutto spingi, spingi e spingi ancora. Tu che ti senti di essere sempre seconda. Seconda in famiglia, seconda nelle amicizie e in amore. Per questo tuo essere rinunci, attendi con ansia, provi e riprovi, con uomini, amici, famiglia. Una corsa, un affanno, e tanta tanta tanta ansia. Difficile smettere di farlo. E’ quasi più forte di te. Non puoi credere che se ti fermassi e mollassi la presa potrebbe cambiare qualcosa. Anzi, sarebbe solo il vuoto.
Da che cosa stai scappando?
Quale paura ti tiene così agganciata?
Come fare? Sedurre (secum ducere) condurre a te? Attrarre…come magnete…che è, semplicemente.
…curare il giardino. Non avere lo sguardo fuori, verso…, tutto teso a non perdere… ma rivolgerlo dentro. Curare il giardino per attrarre le api. Vivi a partire da te, da quello che ami e che ti fa brillare le cellule, gli occhi, ti dà gioia. Metti calma dentro. Respira e respira ancora e poi nutriti. Segui i tuoi intimi passi. Amati. Sii tu la prima di te stessa. Mettiti al primo posto di te stessa.
Diventa preziosa, lo sei. Non regalare tutto, come se non avesse valore. Crea valore a partire dal valore che sei. Cambia copione, insomma. Quale vantaggio finora? Fare la brava, rincorrere uomini e persone (capouffici, amanti, amici, figli, genitori dai quali non ti sei mai sentita amata) ti ha portato solo fatiche, vuoti, frustrazioni…e vittorie amare, che non hai neppure goduto. Quale strada per te è possibile? Quale passo, quale sguardo, quale scelta.
Sedurre è emanare da sé, se stesse. È nutrirsi di sé, amare il corpo, vivere con i cinque sensi, accarezzare il proprio corpo sentendo di fare l’amore con se stesse. Conoscere l’intimità del dentro. Amarla. Affondare nella vita, nella terra, nell’aria, nel vento, nell’acqua, nel fuoco. Carnali per il gusto di viversi. Leggerezza di cammino, danza, un piede posato con amore e leggiadria sulla terra. Ironia profonda. È stare. In sé, per incontrare a partire da sé. Non correre fuori per invadere. Stare nella propria energia, quella che è. Senza esondare. Gustare.
Manifestarsi. Con la propria leggerezza profonda. Sedurre.
Roberta
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©Edizioni Unsolocielo – Naturagiusta 2018-20. Tutti i diritti riservati
Wild è ritornare ai propri cicli naturali in armonia con la natura e le sue forze potenti. Wild è riscoprire la propria energia, il proprio potere e portarlo nel mondo. Wild è accedere alla propria saggezza ancestrale. Wild è anima. Ribellione è diventato il mio mantra, ma non nel senso di andare per forza contro corrente, da outsider, ma nel senso più profondo di essere pienamente se stessi. A volte ribellarsi persino a se stessi, se questo non porta ad un di più di sé. Tradire a volte, se necessario, tradire anche idee su di noi. Stare nelle contraddizioni. Sono felice quando, nell’incontro con un’altra persona, riesco ad aiutarla ad esserci in pienezza nella sua vita, anche se per poco e anche se solo per un aspetto. Sono felice quando insieme abbiamo contribuito a creare un nuovo ordine, di amore, che so che si espanderà nel mondo e oltre, con nuove energie e vibrazioni. Per questo ho creato dei percorsi sulla Donna Selvaggia e sui copioni di vita che ci incatenano “Tre settimane e mezzo di ribellione”. Tengo gruppi di coaching a tema: che donna sei, i vampiri energetici, la donna selvaggia, amori finiti come uscirne, desidera, io sono, e altri in divenire. E ovviamente incontri individuali. Pagina facebook : Roberta Bailo wildcoach
Roberta Bailo
Sono un coach. Un wild coach della ribellione.
Aiuto le persone a scoprire le loro energie nascoste.
Per me essere wild significa scoprire e riscoprire la propria vera essenza e portarla nel mondo.
Ribellarsi quindi a tutto quello che impedisce il bellissimo percorso di trasformazione che è vivere.
Da sempre in cammino di ricerca, ho trovato in questo mio modo di fare coaching il contributo che posso essere per il mondo, che corrisponde alla mia energia e al mio potere.
Felice di essere stata una parte del suo cammino di consapevolezza e di liberazione da etichette, da stereotipi, da insoddisfazioni, da catene e zavorre.
Felice se l’ho aiutata a comprendere gli snodi importanti della sua vita, a superare un abbandono, ad elaborare la fine di una storia d’amore, a lasciar andare un copione da vittima o da perdente.
Aiutata senza invadere il suo campo, ma un passo indietro, nel profondo rispetto e ascolto dei suoi tempi e della sua sacralità.
Barbablù non muore... mai
