Poni Attenzione a ciò di cui Ti Nutri

Estratto dal libro: È Tutto Perfetto

Ognuno può nutrirsi di ciò che necessita; di amore, gioia, felicità, saggezza, oppure di odio, livore, tristezza, invidia, etc…
Ognuno è libero di scegliere senza essere giudicato e, allo stesso modo, non dovrà giudicare le scelte altrui.

In base al tuo livello di evoluzione sei attratto da una cosa o dall’altra, da energie castranti o elevanti, ma osservando ciò che ingurgiti potrai capire in quale punto del tuo percorso ti trovi e scegliere se migliorarti o rimanere fermo dove sei (nel peggiore dei casi potresti persino retrocedere).

Quando si parla di nutrimento spesso si pensa solo a quello materiale, il cibo.
La maggior parte delle persone nemmeno considera l’esistenza di un altro modo di alimentarsi.
Pensieri, emozioni, sentimenti, desideri, ambienti in cui vivi e che frequenti, nutrono i tuoi corpi sottili.

Se hai davvero scelto l’amore, la luce, li hai inclusi nel tuo “menù” quotidiano.
Siamo tutti collegati, anche se non ne siamo pienamente consapevoli, ed ecco che ci agganciamo a qualcosa senza porre particolare attenzione a come, dove, o a chi ci siamo “attaccati”.
In che cosa credi? Che modelli segui? Quali persone frequenti? Che pensieri hai? Quali sentimenti nutri? Che film guardi? Che libri leggi? Che musica ascolti?

Ogni tua scelta ti porta a vibrare ad una determinata frequenza, alta o bassa che sia.
Quando intorno a te tutto inizia ad andare storto, qualche domanda dovresti iniziare a portela.
Credi di essere molto sfortunato? Pensi che Mr. Universo, Dio, il Nulla, o qualsiasi cosa in cui tu creda o non creda, si accanisca contro di te?
E se le ragioni della tua infausta condizione non fossero da ricercare nella sfiga cosmica infinita?

Forse hai sbagliato strada? Forse ti sei “attaccato” a qualcosa di non particolarmente benevolo o, peggio ancora, qualcosa di non benevolo si è attaccato a te e tu lo hai lasciato agire ignaro di quello a cui saresti andato incontro?

Svuota la mente dai carichi di immondizia che continuano ad accumularsi — immondizia che spesso non è nemmeno prodotta da te —, impara ad apprezzare l’ebbrezza di possedere un cervello che si rifiuta di processare pensieri automatici solo perché così è stato abituato a comportarsi.
Inizia ad affinare le tue percezioni, ricerca il silenzio (non solo quello esteriore), spingiti oltre, arriva ad ascoltare la melodia che ogni atomo intorno a te emette danzando, e ricordati che esiste sempre una ragione per cui le cose non funzionano e ti procurano sofferenza.
Smetti di correre dentro la ruota per criceti: prova ad apportare qualche cambiamento.
Se il cambiamento ti appare scomodo può darsi che tu sia sulla strada giusta.

Non mi permetterei mai di impartire lezioni di saggezza alla tua anima, però una cosa voglio ricordartela.
Il pianeta Terra è un luogo di realizzazione, nel bene ed anche nel male.
Ad ogni azione corrisponde una conseguenza di quella azione, cui seguirà un’altra conseguenza e un’ulteriore conseguenza della conseguenza etc.
Tanto più intensa sarà l’azione, tanto più intensa sarà la conseguenza.
Tutto si compie, ma non pensare che l’arco temporale della realizzazione sia necessariamente lo stesso che corre dall’inizio alla fine della tua vita.
La realizzazione spesso verrà spalmata anche sulle tue prossime frequentazioni del mondo della materia, anche se i meccanismi karmici non ti permettono di ricordare quale sia stata la causa per cui ora si manifesta la spiacevole conseguenza di esserti per sbaglio chiuso violentemente la portiera dell’automobile sulle dita.

Si vive una sola volta”, è una frase buona da usare come titolo di un film western, ma “Si vive una sola vita per volta” si adatta meglio al senso del susseguirsi delle nostre discese nel piano materiale, dove tutto è relativo e duale.
L’essere umano medio non è ancora abbastanza evoluto da poter materializzare istantaneamente tutto ciò che brama. Prova ad immaginare se ogni tuo desiderio (passato e presente) fosse stato esaudito: sono certa che ora ti
troveresti nel caos.

Molti uomini non hanno coscienza di ciò che realmente vogliono: esprimono desideri in modo completamente incosciente, e spesso finiscono per sabotare la propria esistenza.
Alcuni anelano alla costruzione di una famiglia e di una carriera grandiosa,
assicurandosi molto denaro, un marito, una moglie, amanti e, di conseguenza, nuovi mariti e mogli, case con giardino, una barca, un elicottero.
A volte può succedere che riescano a raggiungere ciò che anelano, ma poi si accorgono che sono tristi e infelici nonostante tutto. Perché?

Perché chiedono qualcosa che non rispecchia l’esatto motivo, la missione animica, per cui si sono incarnati.
Se non ti senti pienamente appagato significa che non sei nel tuo motivo di esistere (per questa vita).
Puoi avere tutto ciò che apparentemente credevi potesse renderti felice, ma se ciò non corrisponde allo scopo per cui la tua anima ha scelto di portarti qui, ti sentirai costantemente immerso nelle paludi dell’insoddisfazione, dell’infelicità o della fittizia felicità: scegli la terminologia che preferisci, ma il risultato finale sarà il medesimo.

Allora poni attenzione a quanto sto per affermare.
Anziché domandarti cosa sarebbe giusto fare, cosa conviene o cosa farebbe bene ad altri, è molto meglio che inizi a porti seriamente la madre di tutte le domande: “MI FA BENE?”

Prova a farlo.
Invito a cimentarsi nel gioco del “MI FA BENE?” tutte le persone che scelgono di intraprendere con me un percorso terapeutico.
Vuoi giocare anche tu?

Scrivi sul palmo di una mano questa semplice domanda: “Mi fa bene?”.
Da questo momento, per sette giorni, quella domanda dovrà essere ben visibile sulla pelle, e dovrai portela dinnanzi ad ogni piccola o grande decisione quotidiana e agire in base alla risposta che ti darai.

Le risposte alla domanda “Mi fa bene?”, possono essere solo tre:

– si
– no
– non lo so

Prova a giocare seguendo il seguente schema che trascriverai su un quaderno che terrai a disposizione.

Situazione:

Mi domando: “Fare / scegliere / accettare / decidere questa determinata cosa, mi fa bene?
Scrivo la risposta.

Quali sono le mie emozioni e i miei pensieri?
Scrivo la risposta.

Quale decisione ho scelto di prendere a riguardo?
Scrivo la risposta.

Se la risposta alla prima domanda è “Si, mi fa bene”, allora puoi godere della scelta.
Se la risposta è “Non ne sono sicuro/a”, allora puoi prenderti del tempo per riflettere e ascoltarti.
Se la risposta è “No, non mi fa bene” puoi scegliere se fermarti o se continuare andando contro il tuo stato di armonia e benessere, ma rimanendo consapevole del fatto che stai agendo non per il tuo bene, ma contro te stesso.

Dopo la prima settimana vai a rileggere quello che avevi scritto, confrontalo con ciò che è accaduto nella tua vita e verifica se hai accolto e compreso ciò che ti fa realmente bene.

Ripeti questo gioco\esercizio per svariate settimane. Sarebbe buona cosa avere una figura di riferimento con cui confrontarti.
Nella sua semplicità, il gioco del “MI FA BENE?” ti aiuterà ad innalzare il grado della tua consapevolezza.

Un ultimo consiglio. Se sei stato al buio per molto tempo, le luci che si accendono potrebbero darti fastidio.
Meglio accenderne un po’ alla volta.
In ogni caso non dimenticare il titolo di questo libro… quando dico “È tutto Perfetto” intendo che ogni avvenimento, ogni situazione, tutto quello che ci si presenta nel quotidiano, nella vita, nella nostra esistenza è perfetto per noi.

Il compito più impegnativo che abbiamo è quello di riuscire ad accoglierlo e usarlo al meglio.
In quella accoglienza c’è la soluzione a tutti gli struggimenti, le elucubrazioni, le sofferenze di troppo.
È Tutto perfetto non significa essere perfetti ma che il Tutto è perfetto.

È Tutto perfetto non significa che siamo esenti dal dolore ma che quel male è uno strumento e possiamo usarlo.
Quando invito le persone a lavorare sul motivo di esistere intendo tutto ciò.
Ognuno di noi è già nel proprio motivo di esistere, deve solo imparare a cavalcarlo con gioia.

Daphne

Scopri il mio libro
È Tutto Perfetto

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Daphne Sangalli

Daphne ha studiato come educatrice, è consulente in sessuologia e terapeuta Reiki. Ideatrice del Metodo delle 8C, attualmente si sta formando in Biocostellazioni familiari.
La sua passione nei confronti di un approccio olistico, unito a quello scientifico, l’ha portata a frequentare e conoscere pensieri e metodi tra loro molto diversi.
Un tempo pensava che si dovesse scegliere se essere dalla parte della scienza o dalla parte di chi opera tramite metodologie alternative. Ma percependo ben presto l’incompletezza di tale approccio, ha lavorato molto per unire questa dualità, scoprendo qualcosa di favoloso: la maggior parte delle persone vive male perché vuole scegliere cosa essere. Non riesce a essere tutto, così decide di diventare una cosa o l’altra. Il risultato è un’enorme frustrazione.

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