Paulo Coelho – Il Cammino dell’Arco
“Il cammino dell’arco è il cammino dell’allegria e dell’entusiasmo, della perfezione e dell’errore, della tecnica e dell’istinto.”
Ecco un nuovo splendido libro “formativo” di Paulo Coelho.
Illustrato da Christoph Niemann, il racconto ci sprona a superare le difficoltà della vita attraverso l’impegno quotidiano, la determinazione e, soprattutto, il coraggio di prendere decisioni importanti.
Tetsuya era il miglior arciere del paese, ma da tempo ha deciso di ritirarsi a vivere come un semplice falegname in una valle ai confini della civiltà.
Quando un arciere venuto da molto lontano lo riesce a rintracciare e lo sfida per decidere chi possa essere l’arcere migliore, Tetsuya dimostra allo sfidante come non basti la mera abilità tecnica per avere successo, con l’arco e nella vita.
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Un giovane del villaggio assistendo a questo confronto, implora Tetsuya, affinché diventi il suo maestro nell’arte del “Cammino dell’arco”. Il maestro accetta e decide di trasmettere al giovane tutti i suoi segreti. Segreti che non servono soltanto a divenire un bravo arciere, ma soprattutto un grande uomo.
Attraverso una serie di prove ed esempi, Tetsuya insegna al giovane come scegliere con cura gli alleati, come concentrarsi sul giusto obiettivo e come lavorare su di sé con costanza per migliorarsi, cercando di non perdere la serenità anche nei momenti piùmburrascosi.
Il cammino dell’arco è un cammino che non ha fine.
Leggi un Estratto dal Libro:
“Il più nobile dei maestri
“Un uomo che è stato un esempio e un modello per un’intera generazione non può sparire come avete fatto voi,” proseguì lo straniero. “Ho seguito i vostri insegnamenti, mi sono sforzato di rispettare il cammino dell’arco, e adesso credo di meritare che mi guardiate mentre tiro e che, magari, vi cimentiate con me. Se mi farete questo onore, me ne andrò e non rivelerò a nessuno dove vive il più nobile dei maestri.”
Lo straniero estrasse dalla sacca un lungo arco di bambù laccato, la cui impugnatura era collocata leggermente più in basso rispetto al centro. Omaggiò Tetsuya con un inchino e s’incamminò verso il giardino; lì, s’inchinò di nuovo, guardando verso un punto lontano. Poi prese una freccia adorna di piume d’aquila e divaricò le gambe, assumendo la postura salda del tiratore provetto. Con una mano, posizionò l’arco davanti a sé e, con l’altra, incoccò la freccia.
Mentre assisteva alla scena, il giovane era pervaso da eccitazione e stupore nel contempo. Tetsuya aveva interrotto il proprio lavoro, e adesso guardava lo straniero con un’indiscussa curiosità.
Il forestiero avvicinò l’arco al centro del petto, con la freccia incoccata; poi lo sollevò al di sopra della testa. Mentre lo abbassava, iniziò a tendere la corda.
Quando la freccia fu all’altezza del suo viso, il bambù e la fune erano tesi allo spasmo. Per un attimo – un attimo che parve lungo quanto un’eternità -, arciere e arco rimasero immobili. Il giovane si sforzò di cogliere il punto verso il quale sarebbe stata scagliata la freccia, ma non riuscì a identificare alcun bersaglio.
Di colpo, la mano destra liberò la presa della corda, il braccio scattò all’indietro, e l’arco fu una sorta di elegante semicerchio stretto nell’altra mano. La freccia sembrò svanire ma, dopo qualche secondo, riapparve in lontananza.
“Va’ a prenderla,” disse Tetsuya, rivolgendosi al giovane.
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Il bersaglio
Il ragazzo tornò con la freccia: aveva trapassato una grossa ciliegia, a quaranta metri di distanza.
Dopo essersi inchinato davanti all’arciere, Tetsuya si diresse verso la falegnameria. Da un angolo prese un legno sottile e incurvato, intorno al quale era stretta una lunga correggia. Srotolò la striscia di cuoio, e comparve un arco simile a quello dello straniero – questo, però, sembrava meno usato.
“Non ho frecce. Dovrete prestarmene una delle vostre. Farò quello che mi avete chiesto, a patto che manteniate la promessa di non rivelare il nome del villaggio dove vivo, o qualcos’altro riguardo alla mia esistenza. Se qualcuno vi domanderà di me, rispondetegli che mi avete cercato sino in capo al mondo, prima di scoprire che ero stato morsicato da un serpente ed ero morto un paio di giorni più tardi.”
Lo straniero annuì e gli porse una delle sue frecce.
Con un notevole sforzo, Tetsuya premette un’estremità del lungo bambù ricurvo contro una parete e incordò l’arco. Poi, senza proferire parola, si incamminò verso le montagne.
Lo straniero e il giovane lo seguirono. Camminarono per un’ora e raggiunsero una gola fra le rocce, sul fondo della quale scorreva un torrente impetuoso: per passare dall’altra parte bisognava percorrere una passerella traballante, sostenuta da corde malconce.
Mostrando una grande calma, Tetsuya arrivò a metà del ponticello – che dondolava pericolosamente -, s’inchinò verso un punto sull’altra sponda, armò l’arco con gli stessi gesti del forestiero, lo avvicinò al petto e scoccò la freccia.
Il giovane e lo straniero osservarono il dardo conficcarsi in una pesca matura, a una ventina di metri di distanza.
“Voi avete centrato una ciliegia; io, una pesca,” disse Tetsuya, riguadagnando il solido terreno della gola. “La ciliegia è più piccola. Il vostro bersaglio era a quaranta metri, mentre la distanza del mio era circa la metà. Di certo, sarete in grado di ripetere questo tiro. Ecco, andate sulla passerella e mirate all’altra pesca.”
Terrorizzato, il forestiero si avventurò sul ponticello malmesso e oscillante; teneva lo sguardo fisso sull’abisso che, visto tra le assi, si apriva sotto i suoi piedi. Compì gli stessi gesti e scoccò la freccia puntando l’albero di pesche, ma il dardo non lo sfiorò neppure.
Quando tornò sul ciglio della gola, l’uomo appariva estremamente pallido.”
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Paulo Coelho è uno scrittore e ex musicista brasiliano.
E’ uno degli autori più letti e conosciuti del mondo.
Figlio di una madre fervidamente credente e di un ingegnere di Botafogo, Coelho cresce in una famiglia borghese che limita le sue aspirazioni artistiche.
Il padre, infatti, lo voleva avvocato mentre il giovane Paulo, ribelle e idealista, odiava quella carriera e mal digeriva l’ingerenza del genitore.
La sua ribellione gli costa caro tanto che il padre lo fa rinchiudere per ben tre volte in un manicomio.
All’età di vent’anni esce dall’istituto e s’iscrive a Legge, facoltà che abbandona poco dopo.
In seguito, inizia a sperimentare con droghe e allucinogeni, diventando un hippie. In questo periodo, si avvicina al mondo dell’arte, della musica, del teatro e della politica, interessandosi in particolare al marxismo.
Viaggia per tutta l’America Latina, suonando e componendo per artisti come Raul Seixas, Elis Regina, Rita Lee.
Nel 1986, compie l’esperienza che gli cambia la vita. Nel corso di un pellegrinaggio a Santiago de Compostela vive un’epifania, un risveglio spirituale che raccontò poi nel libro “Il Cammino di Santiago”.
Coelho capisce che il suo destino è quello di diventare scrittore.
Due anni dopo pubblica “L’Alchimista”, libro che vende 30 milioni di copie e che gli dà il successo internazionale.
Alessandro Castiglione, il fondatore di naturagiusta insieme ad un amico , da sempre interessato a tutte le culture filosofico-spirituali del mondo, ispirato in particolare dall’incontro con Padre Anthony Elenjimittam ed il suo “eucumenismo cosmico”. Ha gestito per anni nel centro di Genova, il negozio di arredamento etnico orientale, con libreria specializzata in tematiche spirituali, Unsolocielo. In particolare ha approfondito lo studio e la pratica dello sciamanesimo tolteco tramandato da Carlos Castaneda, varie tradizioni gnostiche, il mondo orientale: yoga, taoismo, buddismo zen ed anche molti maestri moderni, come Rudolf Steiner ed Osho. Oltre a gestire naturagiusta, con cui vuole promuovere contenuti e prodotti positivi ed evolutivi, dopo un periodo trascorso nell’ecovillaggio di Findhorn nella primavera del 2011, si è appassionato al mondo delle energie rinnovabili e pulite, di cui si occupa direttamente in Liguria come consulente di risparmio energetico.
Nello stesso periodo, dall’esperienza del negozio è nata l’associazione culturale ononima, che si occupava di promuovere e gestire attività olistiche a 360° sempre nel cuore di Genova.
Ama vivere e lavorare nella Natura.
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