Osservo il mio lato oscuro, e lo illumino

Dio non sbaglia mai nella sua immensa perfezione e sotto i vari nomi con cui a lui ci appelliamo. Che si chiami Fonte, Divina, Madre Natura, Buddha o altro è in ognuno di noi, consapevoli o meno.

Penso a questo e mi crogiolo nel fuoco che divampa dentro di me.
Alcuni dal di fuori la definiscono rabbia, un sentimento sbagliato, io, da dentro la chiamo indignazione, un sentimento giusto.
Al di là del campo in cui giusto e sbagliato sono solo definizioni, esiste solo ciò che è…e come viene sentito e agito.
Credo nel libero sfogo di ciò che in noi vibra come energia, sia essa costruttiva o distruttiva, preferendo la prima alla seconda. Necessarie, anzi indispensabili entrambe.

Quando sento montare la mia indignazione so che mi sta parlando, che vuole essere vista e soprattutto ascoltata.
La lascio fluire, le permetto di essere, di andare e di fare.
La conosco da anni, so di chi e di cosa è figlia e il male che le ho fatto quando l’ho repressa in nome dell’amore, della bontà ad ogni costo, del maledetto dubbio che in me piantava il seme dell’errore. Ora la sento salire, calda, fluida e rovente.
Mi parla di qualcosa di cui ricordo ancora il gusto… Dal basso del mio ventre sale in alto, verso lo stomaco e poi più su. Arriva al cuore ma non si ferma, arriva fino in gola e poi nelle corde vocali finalmente si trasforma in parole. A quel punto fluisce libera, colpisce, annichilisce. Annienta.

“Perché?”
Qualcuno si chiede nella propria confusione, preso in contropiede, disatteso e non abituato…
La stessa domanda che mi sono posta per anni…

“Perché si! Perché è giusto così!”
Amare se stessi significa amare tutto del proprio essere, al di là delle apparenze, forse più alla ricerca della vera sostanza.
Amare se stessi significa credere in ciò che ci muove, conoscere ciò che si è senza farsi contagiare dall’elenco dei “buoni e cattivi”, del bene e del male.
Significa aver preso consapevolezza che quello che ha veramente valore è ciò che “è” al di là di come “appare”; aver compreso che luce e buio sono due facce della stessa bellissima medaglia…indispensabili l’una per l’altra.

Osservo il mio lato oscuro, e lo illumino.
È bellissimo, mi piace e a lui piaccio io che gli permetto di essere perché lo accetto e perché forse, poi, alla fine, tanto buio non è….anzi.
Forse serve proprio lui adesso…

Benedetta sei tu frustrazione mia, vai, liberati, scatenati, e poi torna da me….mi servirai ancora. Abbiamo appena cominciato.

Sabrina

Non è che decisi io, è stata Lei, la Vita, a prendermi per mano e condurmi nell’unico posto dove avrei potuto trovare risposte alle mie mille domande, dentro di me.

È stata la Vita che mi ha riempita di voglia di capire e di conoscere, entrambe figlie della sensazione che l’essere umano fosse più grande e più potente di quanto si mormorasse in giro. Fu per questo che iniziai a cercare ovunque, a leggere, a studiare, a fare domande e ad afferrare le risposte che di volta in volta arrivavano.

Mai avrei potuto immaginare le meraviglie che avrei scoperto.

Neanche nelle mie più fervide fantasie avevo mai visto tanti tesori tutti insieme che avevano solo bisogno di qualche lavoretto per venire alla luce.

Avevo dalla mia tanti aiutanti: la mia testardaggine, il mio essere sempre stata una voce fuori dal coro, una pecora nera, un’incontentabile, un’insolente e una faccia tosta con una voglia di vivere che non sapevo neanche io da dove ogni volta saltasse fuori… e poi c’era lui, il coraggio, l’unico che non mi ha mai abbandonata.

È un cammino che non ha un inizio netto così come non avrà mai una fine; si cammina per il piacere immenso che ne deriva e se strada facendo capita di dare una mano a chi è in cammino come noi, ne sarà valsa due volte la pena.

C’è un dono che non ha eguali nell’Universo, è il dono della Vita. C’è un solo scopo nella vita ed è la ricerca della Via per giungere alla Verità” cit. mia

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