La Notte del 1 Febbraio – Scrivere una lettera alla Dea Brigid

Dea del fuoco, della poesia, dell’acqua, dell’alchimia, della guarigione, protettrice dei fabbri e dei poeti.

Gli elementi e i simboli ad Ella associati, sono legati alla destrutturazione-creazione e al conseguente rinnovamento tramite processo alchemico.

Questa dea era adorata dai Celti dei vari culti e zone del nord, dall’Irlanda alla Scozia, ma non solo, addirittura anche nella lontana Haiti (America centrale) con il nome di Maman Brigitte (fonte Wikipedia); facente parte dei Loa: Spiriti intermediari tra il mondo sovrannaturale e l’uomo.

In Lei sono connaturati i quattro elementi, come sopra citato: Aria (poesia), Fuoco, Acqua e Terra, quest’ultima simboleggiata dalla fucina del fabbro di norma situata dentro a grotte nel sottosuolo o nelle cavità delle montagne.

Brigid è legata all’antica festa Irlandese Imbolc, assorbita successivamente dalla Chiesa con il nome di Candelora accomunata a Santa Brigida. Divenuto poi uno degli otto sabbat del neopaganesimo.

Il processo alchemico di una poesia è la manifestazione della Dea a me più cara.

I poeti, come fabbri alchimisti, creano il nuovo dal vecchio; fondono nel calderone vecchie coppe ormai vuote, spade spezzate, anelli che hanno trattenuto storie infrante, e gingilli deteriorati di viaggi e antiche avventure.
Il fluido ben amalgamato può essere trasformato, la nuova immagine arriva dal vento poetico, creando così, l’opera d’arte di una poesia.
Niente di tutto questo sarebbe possibile, senza l’intervento della Dea dell’Alchimia.

Nella notte del primo febbraio, dopo un bagno purificatore, scriviamo una lettera a Brigid, raccontiamole ciò che siamo stati e ciò che possiamo diventare. Raccontiamole i nostri segreti e bagniamo il foglio con una lacrima, dopodiché consegniamo la nostra poetica al fuoco della Dea.
Lei accoglierà i nostri intenti come germogli per farli crescere e fruttificare.

Ritornare ai rituali, al Sacrum Facere, significa vivere nella presenza.
Ecco che un pensiero non sarà più un confuso andirivieni di castranti riflessioni, ma una forma poetica e creativa benedetta dalla Dea Brigid.

Enrica

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ENRICA ZERBIN nasce il 1 ottobre del 1973 a Adria (Rovigo) tra campagna, mare e il delta del fiume Po. Figlia di pescatori e agricoltori i quali le hanno insegnato il rispetto per la natura, i suoi cicli e, contemporaneamente , il rispetto verso le persone.
Nel dicembre del 2015 esordisce col suo primo romanzo: Tu mi hai salvato la Vita, edito da Cinquemarzo: una storia sull’importanza degli avi e la saggezza degli anziani, dell’amore nato in circostanze impensabili, ma soprattutto una narrazione capace di sensibilizzare sull’importanza della donazione del midollo.
Tra il 2016 e 2017 vince alcuni piccoli concorsi letterari con i racconti brevi: Mister Green Hat, I racconti del Fiume e ll Signor Senza Nome, storie sul cambiamento e sull’incontro col proprio Sé. Ricercatrice e studiosa del mito greco e norreno, della simbologia di varie culture, degli archetipi, del femminile sacro e della Grande Dea fino allo sciamanesimo.
Si interessa ai tarocchi e alle rune come strumento di indagine interiore.
Femminista attiva sulle pari opportunità, e sulla sensibilizzazione necessaria al problema della violenza.
Con questo intento ha scritto un importante articolo per l’associazione UDI di Ferrara intervistando una donna Nigeriana, per raccontare l’orrore del suo viaggio; dalla Nigeria, lungo il deserto del Ciad, l’orrore libico fino al suo arrivo in Sicilia.
A breve uscirà la sua seconda opera: “La Danza Del Seme Selvaggio”, avventurosa storia di due donne in viaggio tra boschi di montagna, con la sola guida di una mappa disegnata da una vecchia strega.
Nelle sue opere al femminile, sottolinea l’importanza del viaggio, che sia mistico o fisico per superare i limiti imposti da società e credenze sbagliate a cui la donna ha dovuto sottostare per secoli.
“Le storie sono ovunque. Il vento, poi, le soffia nei pensieri. Vorrei librarmi in volo per afferrarle e poterle raccontare.”

www.enricazerbin.it

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