La morte non spazza via tutto

La morte non spazza via tutto, lei è il mezzo per comprendere il senso della vita qui.

Più volte nella mia vita sono stata toccata dall’odore della signora vestita di nero, da quella presenza di sottofondo costante, che come un velo scende nel momento in cui uno spirito attraversa la soglia, la senti, senti che nell’aria intorno a te arriva un’energia palpabile e tutto ciò che ti circonda appare come un film.

Qualcosa dentro prende posto e le tue percezioni cambiano.
A distanza di 10 anni ricordo ancora il passaggio di mia madre e quella sensazione di essere sospesi, annebbiati, guardare ciò che vedi intorno ma senza esserci, toccare gli oggetti ma non sentirli, sentirsi come in un film muto in una atmosfera che sembra surreale.
Lo shock che provoca il distacco da una persona amata è come se ti anestetizzasse.
La morte la senti intorno e dentro e tu sei altrove.
Questo shock è tanto più forte, quanto nella vita abbiamo posto una barriera di difesa dalla morte.
Nasciamo e già sapremo che prima o poi il nostro tempo qui terminerà, tuttavia facciamo di tutto per dimenticarcene, rifuggiamo l’idea della morte perché la temiamo.Il nostro corpo è solo un vestito preso in prestito, eppure ci attacchiamo talmente tanto ad esso che scordiamo di essere anime scese qui solo per fare esperienza nella materia.
Se prendessimo seriamente in considerazione il fatto di non essere solo un corpo, ma ricordassimo in ogni momento di essere anime che vivono nell’eternità, il concetto di morte sarebbe totalmente diverso, la morte non la vivremmo più come qualcosa di terrificante, ma solo come un passaggio di stato, come l’aprire una porta ed entrare in un’altra stanza.
E’ inevitabile che come esseri umani si debba sperimentare il dolore, il distacco, veniamo appositamente qui per sperimentare tutto ciò che la morte ha il compito di insegnarci.

Se riesci a comprendere le lezioni della morte, hai la possibilità di comprendere davvero la vita.
La morte ti plasma, ti trasforma, ti spinge a trovare le risorse dentro di te per andare avanti, ti riporta a contatto con la tua forza, ti cambia il modo di vedere molte cose.

Il fatto recentemente accaduto nella mia città, Genova, è un portone, la morte è arrivata e ha portato via con sé delle anime da cui dovremmo trarre l’insegnamento che ci hanno lasciato, e al di là della umana rabbia per una tragedia che si sarebbe potuta evitare, abbiamo la possibilità in questo momento di ricordare “cosa siamo” e fare spazio alla gratitudine per il passaggio da loro compiuto, possiamo scegliere se essere sopraffatti dal dolore e dalla rabbia, oppure possiamo elevarci a una visione più ampia e dire un “grazie” a cuore aperto a chi si è sacrificato per aiutarci a ricordare chi siamo.

Siamo anime di passaggio qui e non ci è dato sapere per quanto, nulla va dato per scontato, le certezze che abbiamo sono illusioni perché tutto può finire in un attimo.
Ognuno percorre la sua strada ed è giusto avere una progettualità, ma tutto ciò che conta veramente è saper vivere nel momento presente a pieno.
La morte non è solo distruzione, non è solo dolore, non è solo sofferenza, ma è soprattutto la lezione che serve per decidere di vivere davvero e per saper vivere davvero bisogna accorgersi di possedere un corpo in prestito e un’anima immortale.
Quando togli il manto nero alla morte ecco che anche lei si riveste di luce, non è cattiva, non è ingiusta, non è tiranna, è l’altra faccia della medaglia del nostro esistere, e il rapporto con essa è dettato solo da come tu ti percepisci.
Simbolicamente il crollo del ponte per me ha una forte valenza, stiamo attraversando un momento di forte cambiamento, e il livello di coscienza non è per tutti lo stesso, ma è come se sugli estremi di quel ponte ci fossero da un lato chi vive totalmente nell’inconsapevolezza e dall’altro chi procede il suo cammino cercando di ampliare il proprio sguardo.

Siamo ad un punto in cui la comunicazione tra una sponda e l’altra è diventata impossibile, chi il ponte lo ha attraversato non può tornare indietro, e ha il compito di proseguire.

Proseguire significa saper cogliere in ogni momento l’insegnamento e lasciar andare tutto ciò che ci riporta alla versione ristretta di noi stessi, è umano sentire dolore, è umano sentire rabbia, ed è inutile e dannoso tentare di reprimere queste emozioni, ma la sfida è prendere queste emozioni e trasformarle in un sentire superiore, elevarle, trasformarle e permettere a loro di trasformare noi.

Solo così la morte non è più una nemica da combattere, ma la maestra certamente più severa che ci dona però gli insegnamenti più grandi che ci servono per proseguire il nostro percorso qui.
La morte non toglie più di quel che dà, così come fa la vita, basta solo avere gli occhi per vedere e il cuore abbastanza aperto per sentire cosa in sua presenza accade.

Ringraziamo chi con il suo passaggio dall’altra parte del velo, ci permette di continuare il nostro cammino con maggiore consapevolezza, e per onorare il loro sacrificio impegniamoci a vivere davvero ogni momento che ci è concesso qui.

Laura 

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© Unsolocielo 2019. Tutti i diritti riservati

Laura Cireddu fin da bambina ha dovuto fare i conti con il suo spirito ribelle e curioso che l’ha spinta a porsi molte domande sul senso dell’esistenza e a non accettare risposte preconfezionate da una società che spinge tutti ad omologarsi a un modello comune.

Per quanto abbia provato a condurre la sua vita dentro ai margini, il desiderio di vedere oltre l’ha portata ad esplorare diversi percorsi spirituali per ritrovare la sua essenza.

La semplicità e la capacità di cogliere le infinite sfumature della Vita, sono divenute in questo modo le sue migliori attitudini esistenziali.

Il suo amore per la natura e per gli animali, unito agli anni di ricerca interiore, la portano a scrivere questo libro maturato dalla sua esperienza personale.

Le mie pagine: Alchemica-mente e Laura Cireddu

Email: laurasmile77@libero.it

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