Giulio Cesare Giacobbe – Cos’è veramente lo Yoga

“Tutti sanno che lo Yoga è una disciplina psicofisica.
Come è possibile che una disciplina psicofisica abbia come proprio testo ufficiale un trattato di metafisica?
Questo libro nasce da questa domanda.
È come se un manuale di sartoria fosse scambiato per un manuale di ballo perché l’’abito che descrive è un abito da ballo.
”  Giulio Cesare Giacobbe

Cara Amica/o condivido questo bellissimo intervento del mitico professor Giacobbe, in cui col suo tipico fare dissacratorio e molto divertente, (ma allo stesso tempo poggiato su una solidità di conoscenza e coscienza di altissimo livello), presenta la sintesi del suo studio dello Yoga Sutra di Patanjali.
(sotto ho inserito libro ed un estratto del libro tratto dalla libreria online: Il giardino dei libri)

Una analisi che cerca di arrivare all’essenza iniziale di questa antichissima tradizione, che come spiega molto bene Giacobbe, nel corso dei secoli ha conosciuto tante modifiche, deviazioni e perché no.. evoluzioni.

Infatti, al contrario, di quanto in un certo qual modo proposto dal professore, non ritengo personalmente che le diverse diramazioni siano da considerarsi di default “inferiori” all’insegnamento originale.

Ma, allo stesso tempo, “mettere in ordine le cose”, e comprendere i diversi passaggi e momenti della cd. spiritualità umana nel suo sviluppo è fondamentale.

Quindi non mi resta che ringraziare con sincero affetto per tutta la conoscenza e la simpatia (un pò sboccata, vi avverto) che Giulio Cesare Giacobbe riesce a donare in questo estratto video di Anima TV.

Vi consiglio veramente la visione di questo video, anche se riserva, in tanti modi diversi, dei “sonori cazzotti” a molte convinzioni ben radicate in tanti di noi, compreso il sottoscritto.

Giacobbe  mostra una scorza molto dura e sarcastica ma nasconde una finezza di pensiero e di animo squisite.
Un vero maestro zen dei nostri tempi…

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Leggi un estratto dal Libro:

“2 (il, 17) Alla base della percezione ordinaria vi è il dualismo soggetto-oggetto.

Inizio il testo con l’analisi della percezione ordinaria perché essa è l’oggetto sul quale opera lo Yoga e quindi la sua descrizione ne costituisce una premessa sul piano logico. Nella percezione ordinaria è sempre presente la percezione del soggetto percipiente e dell’oggetto percepito e quindi il dualismo soggetto-oggetto. Secondo la filosofia indica (che rivela con ciò il suo precipuo interesse psicologico) il dualismo soggetto-oggetto è alla base della condizione mentale umana fondamentalmente sofferente in quanto fondamentalmente divisa in un dualismo conflittuale che conduce a tutte le divisioni e a tutti i conflitti, primo fra tutti la separazione fra l’individuo e il resto dell’universo. Lo Yoga propone la percezione estatica come superamento di tale dualismo (vedi 196).

3 (rv, 23) Tutte le percezioni ordinarie si presentano composte di un soggetto percipiente, di un oggetto percepito e di un contesto percettivo.

Questo sutra costituisce una definizione scientifica della percezione. 13 Esso è di grande importanza per la comprensione della psicologia yogica. Vediamo di chiarirlo e approfondirlo. Se io percepisco un cavallo, questa percezione è composta da tre subpercezioni: 1) la percezione di me stesso, ossia l’autoimmagine che ho in quel momento di me stesso ad esempio di individuo debole in pericolo: soggetto percipiente’, 2) la percezione del cavallo come esso si presenta a me oggettivamente: oggetto percepito’, 3) la percezione della reazione che io ho nei confronti del cavallo, ad esempio di paura: contesto percettivo.

Il soggetto percipiente, Yoggetto percepito e il contesto percettivo determinano il significato dell’oggetto percepito; esso consiste infatti nel rapporto che il soggetto percipiente istituisce con l’oggetto percepito in funzione del contesto percettivo. Il significato dell’oggetto percepito è quindi determinato da: 1) l’autoimmagine del soggetto percipiente; 2) la consistenza oggettiva dell’oggetto percepito; 3) la reazione che il soggetto ha nei confronti dell’oggetto percepito (contesto percettivo). Va notato che il soggetto percipiente e il contesto percettivo costituiscono il maggiore apporto alla determinazione del significato dell’oggetto percepito, mentre quest’ultimo, o meglio la sua consistenza oggettiva, gioca paradossalmente un ruolo minore in questa determinazione.

Un esempio può chiarire meglio il concetto. Se l’oggetto percepito consiste in una comunicazione verbale, il suo significato è determinato da: 1) l’autoimmagine attuale del soggetto, poniamo di individuo perseguitato (soggetto percipiente)’, 2) la consistenza oggettiva della comunicazione verbale, ossia il suo significato linguistico ed il suo tono acustico, poniamo «Chi sei?», proferito con tono alto di voce (oggetto percepito)’, 3) la reazione del soggetto all’oggetto percepito, poniamo l’attivazione di un programma di condizionamento di difesa, concretantesi in uno stato di tensione {contesto percettivo).

In definitiva, il significato dell’oggetto percepito che è stato determinato in questo caso è quello di minaccia. Non sempre il significato attribuito da un soggetto a un oggetto corrisponde alla reale consistenza dell’oggetto. La nevrosi potrebbe definirsi da questo punto di vista come la cronicizzazione dell’attribuzione di significati non reali agli oggetti da parte di un soggetto nevrotico.

4 (il, 20) Il soggetto percipiente, sebbene sia esso stesso percepito, in presenza di altri oggetti percepiti sembra essere l’autore della percezione.

Il senso di questo sutra è che la percezione di sé come soggetto percipiente distinguibile dalla percezione (in quanto suo autore) sussiste finché sussiste la percezione ordinaria, che include la percezione dell’Io e di altri oggetti, e quindi crea una distinzione fra oggetto percepito e soggetto percipiente. Con il subentrare della percezione estatica, la percezione di sé come soggetto percipiente viene meno (vedi 195). Viene da chiedersi quindi se il soggetto percipiente, ossia l’Io, abbia un’esistenza sostanziale o soltanto formale, legata alla percezione ordinaria. Questa è la ragione dell’uso del termine sembra.

Questo non autorizza ad attribuire alla psicologia yogica il nichilismo proprio della psicologia buddhista esposta nell’Abhidharma Pitaka, in cui si sostiene che esistono soltanto percezioni (Dharma) senza un soggetto percipiente. Patanjali in diversi sutra dichiara la consistenza reale degli oggetti percepiti (vedi 15, 16, 17). Non manca tuttavia chi vede in questo sutra un riferimento alla tradizione buddhista e lo assumecome criterio di datazione del testo.14

5 (n, 24) La causa della percezione del soggetto percipiente è l’inconsapevolezza.

L’inconsapevolezza consiste nell’identificare l’auto-coscienza con la percezione dell’Io mentre essa si ha soltanto nella percezione estatica (per una trattazione più diffusa dell’argomento, vedi 38). Va precisato che lo stato di inconsapevolezza appartiene pur sempre alla percezione ordinaria, ove sussiste il dualismo soggetto-oggetto. Quindi la causa della percezione dell’Io non è propriamente l’inconsapevolezza, bensì la non presenza della percezione estatica.

6 (n, 6) L’Io consiste nell’identificazione del soggetto percipiente con la percezione.

Per la psicologia yogica l’Io consiste nella percezione di sé come soggetto percipiente (vedi 4). E infatti precisamente la percezione di sé come soggetto percipiente a essere sospesa nella percezione estatica (vedi 195).

7 (rv, 5) L’Io è il referente unico della sequenza delle percezioni ordinarie molteplici e distinte.

L’Io è il referente unico delle percezioni ordinarie in quanto tutte le percezioni ordinarie contengono la percezione di sé come soggetto percipiente, cioè come autore della percezione (vedi 4).

8 (iv, 4) La percezione dell’Io è presente soltanto nella percezione ordinaria.”

Giulio Cesare Giacobbe è un personaggio estremamente originale e poliedrico, psicoterapeuta, autore di libri, docente universitario…
Ha conseguito una laurea italiana in filosofia e un Ph.D Usa con specializzazione in Psicologia.
Insegna “Fondamenti di Discipline Psicologiche Orientali” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Genova.

Il libro di Giulio Cesare Giacobbe Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita” ha scalato le classifiche diventando un vero caso letterario.

Per maggiori Info su WIKIPEDIA: https://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Cesare_Giacobbe

Video: NonSoloAnima.TV

Immagine di copertina: NonSoloAnima.TV

 

Alessandro Castiglione il fondatore di naturagiusta insieme ad un amico , è da sempre interessato a tutte le visioni filosofico-spirituali del mondo, ispirato in particolare dall’incontro con Padre Anthony Elenjimittam ed il suo “eucumenismo cosmico“.

Ha gestito per anni nel centro di Genova, il negozio di arredamento etnico orientale, con libreria specializzata in tematiche spirituali, Unsolocielo.
Nello stesso periodo, dall’esperienza del negozio è nata l’associazione culturale ononima, che si occupava di promuovere e gestire attività olistiche a 360° sempre nel cuore di Genova.

In particolare ha approfondito lo studio e la pratica dello sciamanesimo tolteco tramandato da Carlos Castaneda, varie tradizioni gnostiche, il mondo orientale: yoga, taoismo, buddismo zen ed anche molti maestri moderni, come Rudolf Steiner ed Osho. 

Oltre a gestire naturagiusta, con cui vuole promuovere contenuti e prodotti positivi ed evolutivi, dopo un periodo trascorso nell’Ecovillaggio di Findhorn nella primavera del 2011, si è appassionato al mondo delle energie rinnovabili e pulite, di cui si occupa direttamente in Liguria come consulente di risparmio energetico.

Ama vivere e lavorare nella Natura.

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