BABALON – La Solitudine della Donna Iniziatica
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Benessere
Babalon è la Dea del sistema Thelema dell’occultista Aleister Crowley, una manifestazione rappresentativa e fisica del principio femminile.
Conosciuta anche come Donna Scarlatta e Grande Madre simboleggia l’impulso sessuale femminile e la Donna liberata.
Viene identificata anche come Madre Terra nel suo senso più fertile.
Il simbolo di Babalon è la stella a 7 punte che rappresenta i 7 pianeti, i 7 veli, i 7 chacka ecc.
Babalon viene descritta spesso come un’affascinante Donna in procinto di cavalcare la Bestia.
È una Donna che ha vinto se stessa arrendendosi alla sua essenza, agendo sotto la guida dell’anima.
Babalon è l’istinto del Sacro Animale che abita in lei e che innalza fino a ricondurlo alla sua reale Matrice Divina.
Babalon è oltre gli opposti che costituiscono questa esistenza relativa.
Viene anche erroneamente definita ‘Prostituta Sacra‘, niente di più lontano da ciò che lei è realmente.
Non si concede per denaro, come da definizione, ed anzi si concede molto raramente poiché è ermetica ed estremamente selettiva.
Il suo simbolo è il Graal, l’utero femminile che accoglie il seme maschile durante un rapporto sessuale in fase mestruale.
Perché in fase mestruale?
Perché esprime il suo massimo potere durante il mestruo, quando le energie hanno orientamento contrario rispetto alla procreazione materiale, in favore dello sviluppo interiore e delle sue espressioni.
È un periodo femminile questo molto potente, dove la sessualità viene utilizzata per fini mistici.
Questa unione sessuale primordiale apre ad energie ancestrali ed occulte.
Oggi il corpo della donna è considerato merce, defraudando lo spirito dall’atto erotico, ma la Donna Iniziatica ne conosce e custodisce l’enorme potenziale.
L’unione dei corpi è diventata purtroppo meccanica, puramente fisica o al massimo emotiva, priva del suo significato iniziatico.
Si è separata l’energia cosmica, di cui la Donna è guardiana, dall’unione fisica, rendendo impossibili le trasformazioni nel Cosmo, le trasfigurazioni dei corpi attraverso la Donna stessa che è un messaggero divino ed è detentrice della via d’accesso ad uno stato di coscienza superiore.
Questo è il suo grande potere interiore, la sua dimensione sacra.
Le tradizioni metafisiche orientali adoperano il mistero della sessualità come strumento di esperienza trascendentale dell’unità in un sentimento di interezza, raggiunto attraverso la comunione di due anime, due spiriti e due corpi.
Nel rapporto tra uomo e donna si riassume l’essenza del mondo.
Crowley spiega che l’adepto, dopo aver raggiunto la conoscenza di sé, potrebbe raggiungere l’ultima grande pietra miliare, la traversata dell’abisso, quella grande e selvaggia foresta spirituale del nulla e quindi del tutto.
Choronzon abita lì e il suo compito è quello di intrappolate il viaggiatore nel suo mondo di illusione privo di significato.
Ed è dunque qui che gli uomini di questo nostro moderno tempo si perdono, crogiolandosi nelle loro insicurezze ed utopie.
Ma cosa li trattiene in quella valle?
Chi è perciò Choronzon?
Il vero male di quest’epoca.
La pavidità, la mancanza di coraggio, la paura, la vigliaccheria.
Gli uomini hanno completamente dimenticato come agire coraggiosamente, sotto la guida del cuore, quando ci sono condizioni sane ed integre affinché si possa fare.
Tuttavia Babalon, la sacerdotessa, si trova dall’altra parte e gli tende la mano e se l’adepto si darà TOTALMENTE a lei, una parte di lei vivrà e crescerà in lui, facendolo rinascere come Maestro.
Lei prende figurativamente il sangue dell’adepto perché nel sangue risiede l’anima e ne modifica il DNA.
Come?
Con l’Amore Puro che lei ha ritrovato attraverso la dominazione della bestia, e che dispensa.
La Dea Scarlatta custodisce l’abisso, lei è perfetta purezza di ciò che sta al di sopra ed è redentrice di coloro che stanno sotto.
Non c’è altra via, gli antichi lo sapevano e veneravano la Donna e il suo mistico potere.
Babalon giunge quando l’adepto è pronto ad essere distrutto, spazzato via come un uragano, totalmente rinnovato e pronto a volare.
Ma il maschio sa che affidandosi totalmente a lei dovrà rinunciare alla sua identità egoica come individuo terreno per unirsi a tutto.
La sua debolezza di uomo ha soggiogato la sua forza interiore.
In quell’unione sapeva e capiva che ne sarebbe uscito trasformato e la trasformazione avrebbe comportato delle rinunce che avrebbero creato spazio per la nascita di una coscienza nuova.
In quest’oggi materialistico e falsamente spirituale, questa antica saggezza incarnata nelle moderne Donne Scarlatte, così pure nell’animo e nell’intento, incapaci di tradire il proprio uomo e incapaci di tradire loro stesse, oneste e troppo sincere, spesso avvolte in una fisicità e in un fascino travisato, viene rifiutata.
Un po’ bambine e un po’ Amazzoni, conoscono il loro potere e non possono, vogliono e devono condividerlo con chiunque, spendendosi in rapporti sterili e con persone promiscue, ma solo con uomini che hanno raggiunto livelli di coscienza elevati, solo con adepti.
Questi uomini spesso, per non dire sempre, si bloccano nel territorio di Choronzon e per quanto bramino giungere a Babalon hanno paura di ciò che lei è e rappresenta: LIBERTÀ E PURO AMORE.
E l’Amore puro richiede la completa perdita di controllo che porta alla dissoluzione nell’Uno.
Cosa che essi sembra ricerchino per tutta la loro esistenza, attraverso libri, ricerche, seminari, corsi, esperienze, ma quando si trovano ad un passo da quella Donna capace di portarli oltre, si fermano, tirandosi indietro.
E la paura interrompe il fluire delle energie e preclude l’Amore che allora è solo innamoramento e appagamento dei sensi.
Queste dinamiche fanno sì che le Donne Scarlatte incarnate oggi vivano in solitudine, schiave della loro bellezza, del loro magnetismo, del loro insondabile mistero, della loro forte ed intensa energia trasformatrice, del loro profondo erotismo, della loro intelligenza, saggezza, del loro immenso Amore, incomprese in un’epoca dove tutti inneggiano al Divino non rendendosi conto che queste Donne Iniziatiche, pure, integre e leali sono le vere emissarie degli Dei.
Federica
Federica Ceruti Ricercatrice indipendente
Studiosa di Medianità e Sacro Femminino
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E sono molto in sintonia con questa tua rappresentazione salvo alcuni punti che penso validi per alcuni ma non per tutti. Io non ho mai avuto paura di amare il mistero anzi ho cercato sempre di trovare queste donne “primarie” che evocavano e esprimevano le energie mistiche cosmiche con la loro selvaggia natura passionale ma riservata, non accessibile a chiunque ma solo a coloro che ugualmente attingono per vie diverse essendo maschi alle energie cosmiche, scartando la banalità esistenziale dell’umano tecnologico, che ha invero ridotto tutto ad un mero esercizio fisico non solo l’amore ma anche altre funzioni quale il cibo considerato solo come uno stimolo di orgasmi meccanici e non come un rigeneratore di energie vitali derivanti dalla simbiosi e unione di ciò che le altre forme di vita vegetali offrono, come un atto di amore e favori reciproci. Tutto questo non c’è nell’atto di nutrirsi oggi che è vissuto come uno dei riempitivi del vuoto esistenziale e della incapacità di provare sensazioni profonde. L’amore inteso completo, nell’unione di quattro anime e non due, poiché il corpo ha una sua anima che convive con l’aura e quando l’unione è completa fra le rispettive 4 anime la sessualità realizza l’atto mistico di vera fusione e scambio di energie che in qualche modo restano per sempre unite in un entanglement senza limiti anche se sono separate da incidenze ed eventi o dalle stesse volontà. Quando si ama in questo modo totale si realizza un evento cosmico che viene assimilato nel Cosmo stesso al pari di una stella che esplode per rigenerare sé stessa in espressioni sempre rinnovate della creatività cosmica. La tua descrizione mirabile e intensa sembra la descrizione di un tuffo in una dimensione diversa tanto da ispirarmi una immagine di te che passi attraverso una membrana e osservi il fluire delle energie che per osmosi si trasferiscono nell’essere femminile. E lì restano come un dono che però non tutte vorranno o sapranno decifrare e far vivere in esse. E il tuo racconto evoca efficacemente una sensualità tangibile che ho percepito in pieno e qui non posso dire altro.