Rituali Placentari

Estratto dal libro: Il Sentiero Rosso 

La sepoltura della placenta è rendere omaggio a una parte di nostra figlia o nostro figlio nutrendo fortemente la connessione con l’utero della Madre Terra; nella maggior parte delle culture, come vedremo, troviamo infatti questa dimensione sacrale.

Omaggio alla vita e alla morte.

Gli alberi sono templi sacri naturali, delle antenne e dei filtri cosmici, luogo di sepoltura ideale per la placenta.

Nel panorama italiano del secolo scorso l’albero privilegiato era il fico.

Questa pianta vista la sua secrezione lattiginosa, veniva appunto connessa alla produzione del latte materno e quindi scelta come luogo di sepoltura per propiziare e assicurare una produzione copiosa di latte alla madre, che da quel momento in poi sarebbe stata connessa attraverso un legame sottile alla pianta.

Il fico è inoltre un albero che esprime una forte elasticità e un grande adattamento, i suoi doni vengono utilizzati per squilibri connessi al sistema nervoso, alla mucosa gastrica e in tutti gli stati distonici.

Nell’Antico Testamento è albero di fecondità, conoscenza e vita gioiosa.

I Celti avevano sviluppato un preciso calendario che girava appunto attorno alla ciclicità annuale e agli alberi, equiparabile al nostro calendario astrologico, ovviamente con tutte le dovute differenze e peculiarità.

C’è chi sostiene che questa sorta di calendario veniva usato anche per scegliere l’albero più idoneo alla sepoltura della placenta, albero che in quel preciso momento dell’anno esprimeva in modo più forte e marcato la sua presenza e i suoi particolari influssi sul pianeta.

Riattivare queste pratiche ancestrali all’interno dei nostri costumi significa a mio avviso incarnare la volontà di onorare e ricreare l’alleanza con il Pianeta Acqua, il nostro rendersi e affidarsi alla Madre di tutte le madri.

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Per maggiori info: https://www.donnaindigena.it/percorso-maternita

Maddalena Valenti

Madre, antropologa, naturopata e doula olistica. Insegnante di yoga. Guida e custode dedita a diffondere percorsi, individuali e di gruppo, di Consapevolezza, Radicamento e Guarigione.
Ha iniziato da giovanissima a creare e condurre cerchi di donne nei più svariati contesti, con il desiderio di seminare sorellanza e accompagnare le donne ad abitare la loro Casa, a risvegliare insieme la sacralità del proprio Utero Corpo.

Le piante, il respiro, il corpo e la creatività sono parte integrante del suo cammino e del suo servizio.
Il Viaggio della maternità vissuto fin da principio in modo non medicalmente assistito, le ha permesso di contattare sempre di più la sua parte intuitiva e istintuale, lasciando sempre più spazio al suo essere animaleumana.
È dedita a un cammino tantrico in cui l’energia maschile e femminile sono costantemente in una profonda comunicazione alchemica.

È creatrice del progetto di Donna Indigena, che offre cammini e servizi specifici rivolti a donne di tutte le età, coppie, madri e genitori.

 

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