Svanire nella Natura

Dimenticare sé stessi per ricordare un antico legame

Ho fatto un sogno: ero in mezzo ad un bosco, intorno a me solo natura incontaminata e dentro di me una sensazione di pace. Mai avevo dormito così bene prima, sdraiata sul letto di un fiume con addosso solo una coperta di stelle infuocate.
Eppure, ora che sono sveglia, la natura che osservo intorno a me appare così diversa, sembra un lontano habitat estraneo, a cui sottoporsi come una terapia forzata.
Mi sorge un dubbio: che la natura che osservo non sia la stessa che “sento” con ogni parte di me?
Chiudo gli occhi di nuovo, cerco di ricordare il sogno appena fatto.
Ricordo chiaramente la presenza di alberi, tanti alberi: ho tratto sollievo dal fresco delle loro chiome, pace dal dolce fruscio del vento tra i loro rami e sazietà dai loro frutti succosi, ma c’era qualcos’altro che riuscivo a percepire.
Sentivo respirare milioni di esseri intorno a me, il mio respiro era il loro respiro, le loro orecchie le mie orecchie, i nostri sensi tutti protesi verso un unico scopo: riscoprirci.

Solo fermandomi a contemplarle ho scoperto che le piante sono organismi estremamente complessi ed evoluti che, in un modo tutto originale, hanno sviluppato comportamenti di cooperazione, sviluppo, interscambio e perfino spostamento, superando il vecchio stereotipo che gli esseri vegetali siano immobili.
Ovviamente occorre vedere questi spostamenti con un occhio meno severo e più possibilista: questa piccola, grande “magia” è merito di uccelli, piccoli mammiferi, insetti e agenti atmosferici che trasportano il polline anche per migliaia di chilometri.
Le loro tecniche di sopravvivenza prevedono un articolato sistema di scambio di informazioni e di nutrimento: una mutualistica comunicazione sotterranea, resa possibile da una rete di filamenti fungini chiamata micelio.
Funziona più o meno come internet, connette individui anche molto lontani tra loro, non solo di specie affini e permette loro di scambiarsi elementi chimici, ormoni e tutto il patrimonio di informazioni esperienziali tramandato di generazione in generazione.

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Se solo avessi potuto essere ammessa a questo consesso, sono certa che mi sarei sentita come accolta in una famiglia. Gli “alberi madre”, i membri più anziani della comunità, mi avrebbero spiegato con grande semplicità quello che la scienza ha impiegato decadi per apprendere: in pratica gli alberi non solo generano famiglie molto numerose, ma sono anche in grado di riconoscere la loro prole; sviluppano delle vere e proprie cure parentali verso le plantule della propria progenie, distinguendole da quelle di altre “famiglie”. Un albero madre è connesso a centinaia di altri e nutre le piante più giovani del sottobosco; colonizzando la loro prole con reti fungine più estese invia loro una maggior quantità di nutrimento, aumentando così le loro possibilità di sopravvivenza.
Quando gli alberi madre sono feriti o muoiono, sono persino in grado di trasmettere la propria conoscenza alle successive generazioni.

Quando riapro gli occhi i pensieri nella mia testa volteggiano come falene tra i rami: non so più dove finisca il sogno e dove cominci la realtà.
Credevo che la natura si ricordasse di me, quando il sole mi scalda o il vento mi rinfresca, quando mi dona i suoi frutti, quando mi lascia giocare nelle sue acque.
Ora che la guardo con altri occhi mi rendo conto che non è lei a doversi ricordare di me, sono io che devo ricordarmi di lei, perché non esistevo prima, non esisterò dopo di lei e perché dentro di lei, in quel sogno, sono svanita almeno un milione di volte.

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Autrice: Maria Antonietta Molle

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Da oltre vent’anni non abbiamo mai smesso di proporre a tutti gli amanti del viaggio autentico percorsi originali e suggestivi, lontano dalle logiche del turismo tradizionale.
Continuiamo a promuovere instancabilmente i principi dell’Ecoturismo, diffondendo la cultura del viaggio inteso come momento di scoperta e di arricchimento; è una scelta di vita, oltre che professionale, che si fonda sui valori del rispetto e delle relazioni: la «cultura della natura» guida tutte le persone che lavorano con noi per realizzare, ogni giorno, questa visione.

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