Ora voglio solo tornare a casa

No, non m’interessa tornare a un mondo di rumori e frastuoni,
di strade affollate e negozi stracolmi,
di frenesia e di tempo che non posso mai afferrare.
Adesso cerco la quiete del silenzio,
cerco di ascoltare il lento incedere di passi leggeri,
di impronte che solcano prati e cammini,
di sentieri tracciati nel vento,
di pensieri vaganti nel crepuscolo della mente.
Cerco il canto di campane nel vespro,
cerco suoni che mai ho potuto udire,
di immagini che mai ho potuto vedere.
Cerco nuove orecchie e nuovi occhi,
ho bisogno di sostare e restare,
di stupirmi di cose che avevo dimenticato.
Cerco di esser grata a un uccellino che canta
tra le fronde di un albero davanti alla mia finestra,
una timida presenza a cui mai avevo fatto caso.
Cerco di sentire i colori di un tramonto,
di udire il suono di un mondo fermo,
nel mentre che la natura ne riprende il posto.
È di questo che ora ho bisogno.
Cerco la lentezza delle azioni,
lontane dalla frenesia di una vita in corsa,
di una giostra impazzita sopra alla quale non voglio risalire.
Voglio solo tornare alla mia vera casa,
quella nella quale mai ho abitato,
tornare ai saperi antichi,
alle storie narrate attorno a un fuoco.
Voglio abbracciare un albero
e dalle sue radici attingere alle arcaiche memorie,
dimenticate ma mai perdute.
No, non m’interessa tornare a un mondo di rumori e frastuoni,
ora voglio solo tornare a casa.
Chiara
Sono psicologa ad approccio Psicosomatico Evolutivo. Sin dai tempi delle scuole si sviluppa la mia inclinazione per i temi della mente e mi iscrivo al socio-psico-pedagogico. Insomma, c’è da far diventare farfalla il nostro bruco: io faccio sempre l’esempio di Michelangelo che estraeva dal marmo le sue statue. Ed è proprio questo che faccio. Accompagno le persone nel loro viaggio iniziatico esattamente come Virgilio accompagnò Dante tra Inferno e Paradiso. Tags: chiara picapoesiaChiara Pica
Questa linea prosegue poi all’Università, ma al quarto anno inizia pian piano il mio distacco dalla psicologia accademica.
Grazie al professore di psicosomatica col quale darò poi la mia tesi (La sindrome del Colon Irritabile come disturbo di somatizzazione”) comincia il mio progressivo avvicinamento ai temi dai rapporti mente-corpo.
I successivi seminari e corsi di approfondimento proseguono tutti in questa direzione ma nel frattempo sopraggiunge una grande crisi personale: la crisi si configura come quel trampolino di lancio che apre un nuovo capitolo della mia vita, avvicinandomi ai temi delle energie interiori, delle credenze,del potere della mente, delle filosofie orientali, delle tecniche psico-energetiche come EFT e Psych-K.
Questo cambio di prospettiva rivoluziona anche il mio modo di lavorare: non parlo più di “sostegno psicologico” ma di Evoluzione Interiore Psicosomatica, che diventa il nome del mio approccio nonchè il titolo del libro che oramai sto quasi per terminare.
In questo senso il mio lavoro con le persone non mira ad aggiustare qualcosa di rotto, ma a cose ben diverse: non c’è niente di malato da curare bensì:
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