Nel primo di ogni Maggio, quando Cally Berry va a dormire…
Nel primo di ogni Maggio, quando Cally Berry va a dormire…
Tra la maestosità delle montagne più alte sferzate dai venti del nord, nei laghi ghiacciati tra corone di conifere centenarie, là dove nascono i fiumi che sgorgano come rivoli tra le rocce antiche, all’inizio di sorgenti secolari, nel silenzio del riposo invernale quando la Madre si copre con il manto bianco della brina e della neve, là, potrai sentire l’incessante lavoro della Cailleach.
Lei non dimora tra gli Dèi, lei non banchetta alla loro tavola, ma lei è l’antenata e a lei devono l’esistenza. Si narra che la gigantessa creò le Highland scozzesi facendo cadere le enormi pietre che trasportava nel suo grembiule e tra i flutti dei suoi laghi fatati si può sentire il crepitio del suo lavoro incessante.
La Cailleach, o Cally Berry, così chiamata è la Vecchia dall’aspetto spaventoso, la Giovane, il Cervo, le grandi Pietre antiche e l’Airone, può assumere tutte queste forme, controllare le forze climatiche e far scendere la pioggia oppure la neve, creare fulmini e far echeggiare i tuoni.
Per tutto l’inverno Lei crea, dispone le rocce nei ruscelli, copre di ghiaccio le superfici per proteggere i semi nel suo utero di terra.
Tiene al caldo il cuore degli alberi irrobustendo la loro corteccia e coprendoli di muschio.
Protegge i cervi dai cacciatori e viaggia nel mondo insieme agli aironi.
Si assicura che l’intero creato dorma il sonno nel sogno, affinché nessuna creatura smetta di immaginare la sua rinascita: il seme la sua forma d’albero, gli animali il loro risveglio e per le persone un nuovo pensiero, un cambio di programma e un sorriso che sia sincero.
Per poi a Beltane, il primo di ogni maggio, diventare pietra o fanciulla, non si conosce la verità della sua forma.
Ciò che si sa per certo è che lei è la Dea Oscura, la dea degli antichi guerrieri e guerriere che vedevano nel crepuscolo il nuovo giorno.
Donne e uomini che non temevano la loro ombra, perché conoscevano la ricchezza che si nasconde nel buio, che non va illuminato, non sia mai fatto tale orrendo peccato, perché è nel buio che la mappa delle stelle narra le tue virtù e la luce lunare nutre la memoria ancestrale di chi sei Tu.
Or dunque, nel primo di Maggio, quando Cally Berry va a dormire, metti una pietra sul tuo davanzale e donale un desiderio da esaudire.
Enrica
Scopri il mio libro: “Tu mi hai salvato la vita”
ENRICA ZERBIN nasce il 1 ottobre del 1973 a Adria (Rovigo) tra campagna, mare e il delta del fiume Po. Figlia di pescatori e agricoltori i quali le hanno insegnato il rispetto per la natura, i suoi cicli e, contemporaneamente , il rispetto verso le persone.
Nel dicembre del 2015 esordisce col suo primo romanzo: Tu mi hai salvato la Vita, edito da Cinquemarzo: una storia sull’importanza degli avi e la saggezza degli anziani, dell’amore nato in circostanze impensabili, ma soprattutto una narrazione capace di sensibilizzare sull’importanza della donazione del midollo.
Tra il 2016 e 2017 vince alcuni piccoli concorsi letterari con i racconti brevi: Mister Green Hat, I racconti del Fiume e ll Signor Senza Nome, storie sul cambiamento e sull’incontro col proprio Sé. Ricercatrice e studiosa del mito greco e norreno, della simbologia di varie culture, degli archetipi, del femminile sacro e della Grande Dea fino allo sciamanesimo.
Si interessa ai tarocchi e alle rune come strumento di indagine interiore.
Femminista attiva sulle pari opportunità, e sulla sensibilizzazione necessaria al problema della violenza.
Con questo intento ha scritto un importante articolo per l’associazione UDI di Ferrara intervistando una donna Nigeriana, per raccontare l’orrore del suo viaggio; dalla Nigeria, lungo il deserto del Ciad, l’orrore libico fino al suo arrivo in Sicilia.
A breve uscirà la sua seconda opera: “La Danza Del Seme Selvaggio”, avventurosa storia di due donne in viaggio tra boschi di montagna, con la sola guida di una mappa disegnata da una vecchia strega.
Nelle sue opere al femminile, sottolinea l’importanza del viaggio, che sia mistico o fisico per superare i limiti imposti da società e credenze sbagliate a cui la donna ha dovuto sottostare per secoli.
“Le storie sono ovunque. Il vento, poi, le soffia nei pensieri. Vorrei librarmi in volo per afferrarle e poterle raccontare.”
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