Io sono Te e Tu sei Me
In Lak’ ech Ala K’in: Io sono Te e Tu sei Me
Ogni atto che compiamo in piena consapevolezza è necessariamente impregnato dell’essere.
Sono Dio o l’Amore ad esprimersi attraverso questo essere noi, dunque in tal modo diviene naturale riconoscere l’altro come parte di se stessi nella sua accezione divina.
Nel Tantra si considera il partner come simbolo sacro delle energie maschile/femminile e quindi, facendo l’amore con lui, ci ricongiungiamo a Dio, riunificando ciò che è apparentemente diviso. Potendo sperimentare, a poco a poco, un’energia sempre più elevata durante l’unione.
Possiamo divenire consapevoli del fatto che l’Uno riguarda tutto e tutti ed è privo di separazione.
Realizzando Dio dentro
diveniamo coscienti che Dio è ovunque.
Per gli sciamani il ”Grande Spirito” permea tutto e ci dobbiamo rapportare agli altri consapevoli di questa visione (altri intesi come umani ma anche come qualsiasi altra forma di vita), trattando l’altro come noi stessi perché l’altro è noi.
Ogni cosa che vediamo nell’altro è dentro la nostra coscienza e nessuno è fuori dall’Uno, a gradazioni diverse, ma tutto ciò che fa l’altro (se siamo in un percorso di risveglio) deve venire amato incondizionatamente e non ci deve essere nessun giudizio in noi per farlo.
Questo non deve essere un obbligo ma una tappa naturale nel percorso, all’inizio lo step fondamentale è cercare di rimanere presenti nel momento, questo ci permetterà di uscire dai pre-concetti e dai condizionamenti mentali e, a poco a poco, dal giudizio stesso.
Per fare questo bisogna amare innanzitutto se stessi, cosa che molte volte nel passato le diverse autorità religiose, come la chiesa cattolica, non hanno approvato, reputando questo sentire solo come una forma di egoismo e quindi promuovendo il porsi esclusivamente al servizio degli altri.
Questo è impossibile!
Se non si ama se stessi non si potrà amare nemmeno gli altri e il servizio d’amore nei loro confronti sarà solo un’illusione.
Solo se si ama se stessi si può amare l’altro e porsi al servizio, ma del Grande Spirito o Dio, come preferite chiamarlo.. è uguale.
L’altro, o meglio, colui/lei che percepiamo come ”altro” rispetto a noi, ammesso che sia ancora così nient’altro è che noi, il nostro specchio dentro la nostra stessa coscienza.
Se ci rendiamo conto di questa verità, usciamo in automatico dal giudizio, se ci amiamo non abbiamo nessun motivo di giudicarci ma anzi avremo compassione di noi e ci perdoneremo, e lo stesso avverrà in modo semplice anche rispetto agli altri.
L’amore nei nostri confronti ci farà provare in automatico amore nei confronti di tutti gli esseri ma amare se stessi è quasi sempre lo step più difficile.
“Non sei capace di amare, se non ami te stesso.
Amare se stessi è un compito così difficile e sgradevole che, se riesci a fare una cosa del genere potrai riuscire ad amare anche i rospi, poiché l’animale più disgustoso è di gran lunga migliore di te” e Jung ha proprio ragione se non riusciamo ad amare noi stessi continueremo a giudicare gli altri e a vedere difetti in loro, gli stessi difetti che giudichiamo e non amiamo in noi.
E’ tutto un gioco di ruoli, tu sei me e io sono te, siamo la stessa cosa e se non amo te dentro di me è perché non riesco ad amare quella parte di me che è te.
Abbraccio Universale
Sara
En to pan = Uno, il tutto
Queste meditazioni particolari procederanno ogni lunedì e saranno tutte diverse, rimanere aggiornati e se volete partecipare… vi aspetto!